A TUTELA DI TUTTI, SOPRATTUTTO DEI TANTISSIMI AGENTI IRREPRENSIBILI.

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Ho depositato in Senato un disegno di legge che introduce l’utilizzo di codice identificativo per gli agenti di pubblica sicurezza.
Il disegno di legge ha l’obiettivo di porre rimedio al susseguirsi di episodi caratterizzati dall’impossibilità di effettuare, quando necessario, l’individuazione di agenti di pubblica sicurezza che siano incorsi in condotte illecite, talvolta perseguibili anche penalmente.
Sono infatti numerosi gli episodi nei quali è risultato difficile risalire agli agenti che, in occasione di manifestazioni pubbliche, hanno tenuto comportamenti non conformi alla legge.
Un noto evento della mia città, Genova, ha segnato la storia recente del nostro Paese: quello verificatosi nel 2001, a margine del Summit G8, durante il quale si registrarono diffusi e ingiustificati casi di violenza, anche da parte di appartenenti alle Forze dell’Ordine, alcuni dei quali rimasero impuniti proprio a causa della impossibilità di identificare i medesimi.
Proprio a seguito di questi fatti in quello stesso anno l’Unione europea ha adottato il Codice Europeo di Etica per la Polizia (CEEP) imponendo alcune disposizioni agli Stati membri, tra le quali il riconoscimento degli agenti di pubblica sicurezza.
Nel 2012 il Parlamento Europeo ha inoltre adottato una risoluzione nella quale si esortano gli Stati membri a garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo e attualmente già 15 paesi UE si sono adeguati rispetto all’utilizzo di codice numerico per le autorità di pubblica sicurezza.
Ovviamente per tutelare gli agenti di polizia da indebiti pericoli, in cui già incorrono giornalmente, i codici non saranno in alcun modo resi pubblici ma saranno solo a disposizione dei magistrati nell’eventualità di dover condurre delle indagini.

Mattia Crucioli M5S