Aborto a Malta. Cresce l’influenza internazionale ma il popolo rimane contrario

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Sul tema dell’aborto nello stato di Malta, l’ultimo sondaggio del 15 luglio scorso parla chiaro: nonostante la maggioranza socialista desideri introdurre una norma che consenta l’aborto in alcune circostanze, e che oggi è vietatissimo, la stragrande maggioranza dei maltesi rimane pro life.

Moltissimi maltesi, infatti, il 45,5%, attualmente non sono d’accordo con l’aborto anche se la vita di una madre è in pericolo, ben 18% in più dei cittadini che si erano invece espressi a favore di questa ipotesi nel 2018. L’anno scorso, un sondaggio condotto sempre a Malta aveva scoperto che l’aborto godeva del sostegno della maggioranza solo quando la vita della madre era in pericolo.

La voce del buon senso I risultati mostrano che il 90,2% si oppone all’aborto senza restrizioni nelle prime 12 settimane di gravidanza con il 5,2% a favore. Nessun aborto in caso di stupro (78,5%), nessun aborto in caso di malformazioni del feto (65%), nessun aborto per le minorenni sotto i 16 anni di età (91.5%).

Le organizzazioni internazionali sbarcate nell’isola, ultima nazione dell’Unione Europea a bandire ogni forma di aborto, stanno facendo di tutto per mobilitarsi e convincere il Governo socialista a cambiare la legge, tuttavia la maggioranza di parlamentari di tutti gli schieramenti rimane contrarissima. Lo stesso neo eletto Presidente della Repubblica, sin dal giorno della propria elezione, ha messo in chiaro pubblicamente che mai e poi mai firmerà leggi che mettano in pericolo la vita del concepito.

Ciò nonostante la campagna pro aborto tenta di far breccia, sinora senza risultati. L’ultima bufala è la campagna mass mediatica che ha fatto passare l’idea, smentita palesemente dai fatti, che la mortalità infantile a Malta sia dovuta alla mancanza di leggi che consentono l’aborto. Una follia della logica, ancor prima che della statistica medica.

Come dire che al paziente sia venuto l’infarto solo perché non si è tolto il cuore in giovane età. Tuttavia le donne del collettivo “Voice for Choice”, fondato recentemente sull’isola, proseguono con le proprie iniziative e, come riporta l’Internazionale, ad inizio agosto hanno manifestato le loro ragioni anche davanti ai leader europei riunitisi nell’isola per il vertice dei paesi europei del mediterraneo.

I pericoli per la vita e per quella dei concepiti a Malta ci sono e, temo, si aggraveranno nei prossimi mesi ed anni. La scelta di inviare Helena Dalli come Commissaria Europea, una donna che ha promosso l’intero spettro della ideologia LGBTI e non contraria ad aperture sull’aborto, non fa ben sperare per il futuro e le pressioni che l’Europa farà sull’isola e i suoi abitanti.

Il popolo e il Presidente della Repubblica, insieme alla maggioranza dei parlamentari, rimangono fortemente contrari, e sono i capisaldi, insieme alla Chiesa, della diffusa e convinta scelta di Malta che, nonostante le pressioni e gli investimenti internazionali, resiste nella sua difesa della vita dal concepimento alla morte naturale.

Luca Volontè                                                                                                                                              fonte