ADDIO A DAVID SASSOLI: EUROPA, ITALIA E ALBANIA PIANGONO IL POLITICO, GIORNALISTA E AMICO

0
127

È una di quelle notizie che piombano come un fulmine in piena notte, irreali anche in una contingenza pandemica come quella odierna segnata da lutti quotidiani

David Sassoli non è riuscito a sconfiggere il male che lo aveva colpito proprio a ridosso delle festività natalizie. Soltanto una settimana prima, al Consiglio europeo – organismo formato dai capi di Stato e di Governo della UE – aveva riaffermato la necessità, a lui cara, di rivedere i meccanismi troppo restrittivi del patto di stabilità al fine di archiviare in via definitiva le stagioni dell’austerità e di rafforzare la dignità e centralità del Parlamento di Strasburgo nei confronti del potere degli uffici amministrativi.

Un ammonimento che dovrà rappresentare il testamento da attuare, consegnatoci dal Presidente Sassoli, ottimo professionista dell’informazione pubblica in Italia e indiscusso galantuomo delle Istituzioni pubbliche elettive in Europa, e inoltre convinto sostenitore della causa dell’integrazione comunitaria dell’Albania tanto da avere promosso, fondato e presieduto fin dal 2016 – dando conferma di quella straordinaria capacità intuitiva del giornalista di rango prestato alla politica autentica e non mestierante – il gruppo di amicizia tra Europa e Paese delle Aquile.

Volto amatissimo del TG di RaiUno dell’edizione di punta, Sassoli decise di intraprendere la via dell’impegno politico nel 2009, candidandosi al Parlamento di Bruxelles con l’intento di proseguire nelle liste del PD quel lavoro di costante informazione alla cittadinanza, questa volta “dall’altra parte della barricata”.

Gli alti consensi che ne accompagnarono la prima elezione lo portarono, 5 anni dopo nel 2014, a riproporsi per un secondo mandato elettivo in Europa, anche in tal caso ampiamente centrato. Nella legislatura 2014 – 2019, in cui egli ricoprì il ruolo di vicepresidente dell’assemblea parlamentare, Sassoli si distinse per due provvedimenti di fondamentale importanza, e non solo dal punto di vista di chi scrive: fu infatti proponente del pacchetto legislativo ferroviario, che impresse un balzo in avanti decisivo agli investimenti sull’alta velocità continentale, e lanciò l’idea, poi concretizzata, di un gruppo di raccordo dell’Europa con l’Albania già a quell’epoca guidata dall’attuale Primo Ministro Edi Rama.

Il presidente Sassoli, che con il Premier albanese ebbe sempre un rapporto amicale e Istituzionale di eccellente sinergia, aveva intuito già 6 anni fa che il Paese delle Aquile e la complessiva macroregione dei Balcani occidentali avrebbero svolto un ruolo fondamentale per la stabilizzazione dell’Europa meridionale e per riavvicinare e ricondurre nel vecchio Continente intere filiere industriali e produttive: esigenza questa divenuta imperativa a seguito dello shock pandemico.

L’attaccamento di Sassoli al Popolo Albanese si evidenziò poi nel suo bellissimo messaggio inviato a Bari nello scorso mese di marzo in occasione del trentennale dell’esodo dall’Albania verso l’Italia verificatosi nel 1991, quando egli da giovane giornalista e inviato era intento a seguire le vicende sociali e umanitarie connesse al crollo dei regimi comunisti in Europa.

Da comunicatore e redattore, lo piango due volte: ero solito seguire l’edizione di punta del TG 1 che lui conduceva con stile solare ed educativo, attento a trasmettere una sempre corretta ed esaustiva informazione al pubblico da casa. Uno stile che non ha abbandonato dal seggio più alto del Parlamento a Strasburgo, che Sassoli ha contribuito a rendere una “casa di vetro” capace di interazione con i cittadini europei.

“Il tempo – disse ai leader nazionali europei – è un lusso che non possiamo più permetterci. I cittadini hanno bisogno di risposte immediate”. Lui ne diede alcune altamente significative ed esemplari, lasciando aperti i locali del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles e mettendo a disposizione spazi e mense, in piena pandemia, a persone indigenti e donne vulnerabili.

CIAO, DAVID. Ci hai dimostrato che un’Europa diversa, oltre che doverosa, è fin d’ora possibile.