Agenti, inizia la guerra per Enasarco ma il problema è il calo degli iscritti

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Previdenza I vari gruppi stanno affilando le armi in vista dello scontro per l elezione dei delegati Ma sullo sfondo c è una categoria che invecchia e che paga sempre di più n Enasarco è già cominciato il posizionamento dei contendenti in attesa della grande battaglia per il rinnovo dei delegati nell aprile del 2020 e quindi del prossimo consiglio d amministrazione della Fondazione che si occupa della pensione integrativa, ma obbligatoria, degli agenti di commercio (l altra parte è all Inps). Un ente che gestisce un patrimonio di circa 7,5 miliardi di euro e che in passato è stato al centro di numerosi scandali. Le danze sono iniziate lo scorso giugno quando sul sito della Fondazione sono stati pubblicati i primi documenti esplicativi sulle modalità del procedimento elettorale. I primi a organizzarsi sono stati gli i consulenti finanziari dell Anasf, che hanno creato un rassemblement con Federagenti Cisal ( l organizzazione I autonoma degli agenti di commercio) e Fiarc (emanazione degli agenti della Confersercenti). Questo gruppo conta di portare a casa tra il 70 e l 80 per cento dei 10 rappresentanti in Cda che spettano agli agenti (gli altri 5 posti toccano alle cosiddette “case mandanti”, cioè le organizzazioni datoriali, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative. Storicamente, e non solo in Enasarco ma in quasi tutte le casse professionali, vota circa il 10 per cento degli aventi diritto che sono 240 mila: nel 2016 votarono infatti 24.600 agenti. Anasf conta su 7.400 voti, Fiarc 2-3 mila, Federagenti 9.000.

Di fronte a queste cifre, gli altri gruppi possono contare su un numero molto più basso di votanti: Ugl, Usarci Cisl e Fenarc (agenti Confcommercio) si calcola possano raggiungere 6.000 voti, mentre la lista che sta mettendo a punto l ex presidente Brunetto Boco potrebbe avere 7-800 voti e altrettanti la lista della Cgil.

Sulla carta, per la prima volta, i consulenti finanziari potrebbero esprimere il futuro presidente, il quale, si dice, potrebbe essere l attuale consigliere Alfonso Mei.

Qualunque sia la lista vincente e qualunque sia il nuovo presidente, quel che è certo è che si dovrà lavorare molto per risolvere i problemi della Fondazione, stretta tra due fuochi: la continua riduzione del numero degli agenti, che scende al preoccupante ritmo di 4.000 persone all anno, e il progressivo aumento delle aliquote deciso negli anni scorsi proprio per contrastare questo inarrestabile deflusso di agenti. Basti pensare che l aliquota, che era dell 11 per cento nel non lontano 2012, è salita al 15,5 per cento nel 2017, al 16 nel 2018, al 16,50 nel 2019 e arriverà al 17 nel 2020.

Il calo dei agenti e dei rappresentanti è particolarmente inquietante perché sono soprattutto i giovani a non trovare appetibile questo mestiere, come dimostrano i dati sull età media, salita dal 2012 al 2018 da 46 anni a 49 anni circa. Ogni anno l età media degli agenti aumenta di mezzo anno. Ma perché questo mestiere tira meno? Non è soltanto questione di cambiamento dei gusti dei giovani e di bassa crescita del Paese Italia nel suo complesso ma di qualcosa di ben più strutturale e rilevante, di una tendenza mondiale: «Si deve prendere atto – spiega il presidente uscente, Gianroberto Costa – che il mondo è cambiato. L e-commerce, da Amazon a Alibaba – permette di bypassare i venditori. La grande concentrazione di fenomeni di disintermediazione porta a un cambiamento radicale nei rapporti sia tra produzione e distribuzione sia tra produzione e cittadino stesso. Ciò modifica fortemente le aspettative future, in quanto le prospettive di un sistema pensionistico si basano sullo scambio tra generazioni: quella dei giovani paga le pensioni dei più anziani, certa che successivamente arriverà una nuova generazione dopo di essa». È un monito per gli agenti: oggi sono molto impegnati nella battaglia quadriennale per comandare a Enasarco. Ma chi vince dovrà porsi il problema di come contrastare i deflussi. «Penso – dice Mei – che dovremmo chiedere al governo qualcosa tipo una tassa o una fee sull e-commerce da trasformare in contributi aggiuntivi per Enasarco». ©RIPRODUZIONE RISERVATA L opinione

Si deve prendere atto che il mondo è cambiato L e-commerce, da Amazon ad Alibaba, permette di bypassare i venditori GIANROBERTO COSTA PRESIDENTE ENASARCO L opinione

Penso che dovremmo chiedere al governo una tassa o una fee sull e-commerce da trasformare in contributi aggiuntivi per Enasarco ALFONSO MEI CONSIGLIERE ENASARCO Gianroberto Costa, pres. Enasarco

Alfonso Mei membro del Cda Enasarco