Agricoltura. Ok da Assemblea a legge taglia burocrazia

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L’Assemblea approva ad ampia maggioranza il pdl di riforma di adempimenti burocratici nel settore agricolo. Tante le novità introdotte: stop alla richiesta di documenti già possesso della PA, più controlli antimafia e obbligo di presentare solo domande per contributi solo attraverso piattaforme digitali

Un’agricoltura più moderna e con meno burocrazia: la “Revisione del quadro normativo per l’esercizio delle funzioni amministrative nel settore agricolo e agroalimentare” è legge. L’Assemblea legislativa ha approvato a larga maggioranza il pdl proposto dalla Giunta di cui sono relatori Matteo Daffadà (Pd) e Andrea Liverani (Lega), rispettivamente di maggioranza e di minoranza.

Il voto finale arriva dopo una lunga discussione che ha evidenziato, in primo luogo, le novità e gli obiettivi introdotti: confermare e meglio specificare i compiti della Regione in materia di programmazione e pianificazione agricola; ribadire l’importanza dell’Anagrafe regionale e dei servizi a essa collegati; specificare le modalità con cui la Regione può erogare fondi al settore agricolo.

Fra le principali novità spicca una chiaro “taglio” alla burocrazia. Si stabilisce, infatti, che le domande per la richiesta di contributi economici o di autorizzazioni debbano essere inoltrate solo per via digitale e che una volta che un cittadino o un’azienda abbiano presentato un documento per una specifica pratica, questo valga anche per quelle successive. È prevista, inoltre, l’acquisizione d’ufficio di dati, documenti e informazioni in possesso di altre amministrazioni pubbliche o contenuti in banche dati ufficiali.

“Si tratta di un provvedimento che semplifica e migliora la nostra agricoltura: meno burocrazia e più controlli antimafia, facciamo risparmiare agli agricoltori molte ore di tempo che venivano usati per affrontare le pratiche burocratiche sottraendoli all’attività lavorativa. Puntiamo a potenziare un settore importante e allo stesso tempo coniugare sviluppo economico e sicurezza sul posto di lavoro: proprio per questo la legge prevede di non concedere contributi regionali alle aziende che non rispettano i contratti nazionali di lavoro e/o quelli regionali nonché a confermare il ruolo, il compito e le funzioni assegnate ai Centri di assistenza agricola”, spiega il relatore di maggioranza Daffadà.

Il relatore di minoranza Liverani si sofferma su un’analisi a tutto tondo della legge: “La nostra priorità è ridurre la burocrazia e semplificare l’attività amministrativa nel settore agricolo: per questo la Lega vota a favore di questo progetto di legge. Devo però rilevare -sottolinea- che altre Regioni si sono mosse prima. È arrivato il momento di avere strumenti agili di semplificazione del lavoro agricolo ricorrendo anche a forme di autocertificazione, dato che mai come in questo momento abbiamo bisogno di cambiare passo su innovazione e tecnologia puntando sugli strumenti digitali”.

Netta la posizione di Marco Lisei (Fdi), che ha esordito affermando come “questo pdl cerca di mettere la Regione al centro della programmazione. Ma alcuni aspetti non convincono e il panorama oggi è quello di un sistema burocratizzato, cartaceo e con la richiesta di tanti documenti. E se ne manca uno, anche non importante, la domanda delle aziende è rigettata”. Il consigliere ha presentato quattro emendamenti per semplificare il lavoro degli agricoltori. Va creata una banca dati per ogni azienda che contenga i documenti già presentati e quelli nuovi, da condividere con altre pubbliche amministrazioni. In ogni domanda, ha spiegato Lisei, ci sono documenti essenziali e altri no e “alcuni di questi la pubblica amministrazione li ha già e quindi non devo riprodurli ancora. Va inserita la possibilità di integrare la documentazione non essenziale”. Altri due emendamenti riguardano il vincolo della destinazione d’uso e un’altra modifica verte sulla necessità che la Consulta agricola si doti di un regolamento per il funzionamento.

Secondo Manuela Rontini (Pd) “la proposta riscrive la legge che regola l’agricoltura in Emilia-Romagna. Negli ultimi mesi, l’agricoltura ha ripreso centralità nella politica e il pdl è importante per dare sostegno alle aziende. Come dice l’assessore Mammi, durante il lockdown abbiamo capito quanto sia importante l’agricoltura, il settore primario, che non si è mai fermata”. La consigliera dem ricorda i pilastri della norma in discussione: semplificazione e riutilizzo di documentazione già presentata. C’è, poi, l’impegno fattivo per la transizione al digitale con la possibilità di conoscere subito lo stato delle pratiche presentate. “Si rafforza la consulta agricola- conclude Rontini- lavorando anche per creare tavoli tematici legati alle eccellenze, istituire un gruppo tecnico per redigere, con le associazioni, linee guida per una ulteriore semplificazione e uniformità nei territori: è la direzione giusta”.

Dal canto suo Marco Mastacchi (Rete Civica) sollecita maggiore impegno per snellire gli aspetti burocratici del comparto agricolo anche intervenendo su tutti i soggetti interessati: “Serve- spiega-, ricordando come già il Veneto lo abbia fatto mentre Lombardia e Piemonte si stiano muovendo nella stessa direzione- meno burocrazia, obiettivo che può essere raggiunto anche favorendo l’uso del fascicolo aziendale”.

Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) il progetto di legge è positivo, ma non si può ignorare il tema della sicurezza nel mondo del lavoro agricolo. “Ci sono troppi indicenti e troppi casi in cui si utilizzando contratti di lavoro iniqui, non attenti ai diritti dei lavoratori e che scivolano nello sfruttamento”, spiega il consigliere, che invita a una lotta per “una legalità democratica tanto nel contrasto alle infiltrazioni mafiose, quanto alla lotta a caporalato e sfruttamento dei lavoratori: per questo abbiamo presentato un ordine del giorno collegato al pdl”.

Marco Fabbri (Pd) ha ritenuto “apprezzabile e tangibile l’intervento proposto dalla Giunta sulla semplificazione. La svolta del digitale, contemplata anche nel Pnrr, riguarda l’interoperatività nell’amministrazione pubblica e mira a far dialogare le banche dati. L’obiettivo è valorizzare l’enorme patrimonio informativo che hanno le singole amministrazioni, dove a volte ci sono inefficienze. Questa svolta va accompagnata togliendo aggravi burocratici che fanno innalzare anche i costi delle aziende. Vanno ridotti i costi di gestione e abbattuti i tempi di condivisione. Nell’ordine del giorno chiediamo alla Giunta di farsi partecipe della transizione digitale”.

Nel suo intervento Igor Taruffi (ER Coraggiosa) sottolinea l’ingente quantità di risorse che vengono investite nel settore agricolo e l’importanza di questa filiera per l’Emilia-Romagna: “Parliamo di 700 milioni, l’atto che stiamo discutendo oggi va inserito nel più ampio programma di semplificazione presentato dall’assessore Calvano ed è bene che la semplificazione parta proprio dal comparto agricolo”. Taruffi ha invitato a intensificare il contrasto alle infiltrazioni mafiose e al caporalato, impegnandosi per l’affermazione dei valori di legalità. Obiettivi che possono essere raggiunti anche attraverso una legge sulla rappresentanza sindacale che impedisca gli effetti nefasti dell’azione di alcuni sindacati spuri e border line.

Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “con questa legge la Regione aggiorna una norma vecchia di 20 anni”. La capogruppo si è soffermata sul ruolo della Consulta agricola e sulla lotta al caporalato. La Consulta ribadisce il proprio ruolo, sentendo le parti sociali. “Ma non considera i cambiamenti degli ultimi 20 anni- ha affermato Zamboni- come le produzioni biologiche, che si stanno affermando a livello europeo. E in Emilia-Romagna si prevede l’aumento del 25% delle superfici coltivate a bio. Va quindi adeguata la normativa agli obiettivi del Green deal europeo e al farm to fork (dal campo alla tavola, ndr) nonché alla salvaguardia della biodiversità. Chiedo anche l’impegno della Giunta a istituire un tavolo permanente sul biologico”. Infine, la consigliera ha detto di aver sottoscritto l’ordine del giorno di ER Coraggiosa per il contrasto al caporalato: “Un tema che avevo già sollevato in un ordine del giorno presentato in luglio e che era stato approvato. La Consulta agricola avrebbe dovuto costituire, con tutti gli attori della filiera, una rete territoriale del lavoro agricolo di qualità. Infine, chiedevo un marchio di certificazione di prodotti liberi dal caporalato”.

Soddisfazione per l’approvazione della nuova legge è stato espresso dall’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi: “E’ il frutto di un lavoro collegiale, a dimostrazione dell’impegno della Regione: sostenendo l’agricoltura, specie in montagna e nelle aree interne, si contrasta lo spopolamento delle zone rurali. Dobbiamo sostenere le aziende agricole e per questo, entro i primi 6 mesi del 2022, avremo messo a bando tutte le risorse destinate all’agricoltura”.

Collegati al progetto di legge sono stati presentati (e approvati) alcuni ordini del giorno presentanti dai  consiglieri di PdER CoraggiosaLega e Europa Verde.

Il progetto di legge è stato approvato con il voto favorevole di Pd, ER Coraggiosa, lista Bonaccini, Europa verde, Lega, Fi e Rete civica, astenuti Fdi e Gruppo Misto.

(Luca Molinari e Gianfranco Salvatori)