Alessandro Orsini: “Cara comunità ebraica, ritirate la querela e confrontiamoci”

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La comunità ebraica di Roma mi ha querelato chiedendo la chiusura dei miei social. Vorrei rivolgere questo messaggio a chi ha depositato la denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Prima, però, mi corre l’obbligo di svolgere una premessa affinché il messaggio educativo che intendo diffondere con questo testo non perda il suo vigore. Non sono minimamente spaventato dalla querela.

Ho dedicato la mia vita a combattere contro l’antisemitismo e contro tutte le forme di razzismo. La mia lotta contro l’antisemitismo è dimostrata da documentazione copiosissima. Il fatto che non sia spaventato dalla querela è dimostrato dalla mia decisione di ripubblicare su X tutti i messaggi per i quali sono stato querelato.

Ciò premesso, invito la comunità ebraica a ritirare la querela. In cambio, mi rendo disponibile a organizzare un dibattito, possibilmente all’università, con le persone che mi hanno querelato per dialogare con loro nel tentativo di trovare un punto d’incontro. Le regole del dibattito, la sede e il moderatore, verrebbero decisi di comune accordo. I fini che perseguo con questa mia proposta sono tre.

Il primo è la riconciliazione. Concepisco la cultura come un ponte e non come un muro. Tant’è vero che sono sempre stato contrario a interrompere le collaborazioni tra le università israeliane e quelle italiane per via del bombardamento di Gaza. Ho invitato in passato professori israeliani a svolgere lezioni nei miei corsi e sarò lieto di farlo anche in futuro. Le università dovrebbero essere sempre aperte a tutti. Come ho scritto in un mio post su X in tempi non sospetti, difenderei persino Netanyahu se fosse invitato a parlare nelle università italiane.

Il secondo fine è la promozione del dialogo democratico tra parti contrapposte. Come insegna Ralf Dahrendorf, le società libere non eliminano il conflitto, come le dittature; lo istituzionalizzano sottoponendolo a una serie di regole basate sul riconoscimento reciproco. Le religioni dovrebbero unire e non dividere.

Il terzo fine è fare questo primo passo per organizzare in futuro un incontro tra studenti pro-Palestina e studenti pro-Israele per sostituire lo scontro di piazza con l’incontro nell’università.

Alessandro Orsini