Altro che fermare la Libra, la moneta di Facebook è sempre più avanti

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Bertrand Perez, un lungo passato in PayPal, oggi è a capo della Libra Association, il consorzio voluto da Facebook formato da quelle cento compagnie che stanno per lanciare la prima moneta virtuale per le masse. In seguito al loro annuncio, la maggior parte delle banche centrali è andata sulla difensiva, perché non hanno nessuna intenzione di consentire la nascita di una valuta privata di larga diffusione.

E così ora Facebook spiega qual è l’obbiettivo primario. “I servizi finanziari non sono accessibili a tutti e sono cari”, esordisce Perez. “Chi manda soldi da un capo all’altro del mondo deve pagare una media del sette per cento di commissioni, fare lunghe file e attendere giorni che i soldi arrivino”.

“Nel mondo quattro miliardi di persone usano servizi bancari fra di loro molto disomogenei. Il costo del trasferimento di soldi ad esempio è di media del 7 per cento, ma raggiunge in certi casi anche il 12. Parliamo nel complesso di 600 miliardi di dollari che ogni anno si muovono da una parte all’altra del pianeta usando tecnologie vecchie di mezzo secolo e con costi alti per chi ha pochi soldi e bassi per chi ne ha tanti”.

“Senza dimenticare che un terzo della popolazione mondiale, 1,7 miliardi, non ha un conto in banca ma ben un miliardo di loro possiede uno smartphone”. Ed è questo il punto. “Le commissioni saranno tanto basse da permettere transazioni molto piccole. Spotify sta studiando un nuovo ventaglio di servizi basato sui micro-pagamenti e di arrivare in mercati che oggi non riesce a raggiungere per l’assenza di servizi finanziari”.

“Un domani con Libra sarà possibile anche acquistare in un negozio se quella determinata catena aderirà all’associazione o fare acquisti all’estero senza doversi preoccupare del cambio”. Tutto attraverso Whatsapp, Facebook o Instagram? “Libra sarà un’app a sé e gli utenti avranno un proprio portafoglio di monete virtuali che cambieranno ad un tasso ancora da decidere con la propria valuta. Il portafoglio potrà essere utilizzato anche dall’interno dei social network di Facebook come di eBay, Uber o di altri”.                                                                                                                                                          fonte https://www.ilparagone.it/consumatori/