Annapaola Borghesan e Giuseppe Sciarra: “Per bullismo si muore”

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David Peruffo aveva solo 17 anni quando decise di togliersi la vita impiccandosi

Alloggiava per studio in un convitto dove fu vittima di bullismo e di cyber-bullismo da parte di molti suoi coetanei. Sua madre, Annapaola Borghesan, non era a conoscenza di quanto accadeva, nessun insegnante gliela aveva comunicato. La morte di suo figlio, fu un vero e proprio shock che cambiò radicalmente la sua vita.

Non ci furono colpevoli per la morte di David e il caso fu archiviato come goliardia – David una volta fu picchiato dai suoi coetanei con le catene. Dalla scomparsa del giovane ragazzo, Annapaola ha iniziato a battersi contro il bullismo, affinché quello che è successo a suo figlio non accadesse ad altri ragazzi e ha creato due centri di ascolto con l’associazione “David e Golia” a Este e Montagnana in provincia di Padova.

La storia di Giuseppe Sciarra è altrettanto drammatica. Il regista pugliese fu vittima di bullismo dagli otto ai quattordici anni. I suoi coetanei lo perseguitavano prendendolo in giro, umiliandolo e rendendogli la vita un inferno. Giuseppe tentò il suicidio più di una volta a quattordici e sedici anni. Alla fine, dopo un percorso tortuoso il ragazzo riuscí a superare il trauma delle violenze subite e a ricomporre pian piano la propria vita.

Oggi Annapaola Borghesan e Giuseppe Sciarra sono diventati amici e hanno deciso di intraprendere assieme la loro battaglia contro il bullismo. Annapaola ha scritto un libro ” Preso di mira la ferocia del bullismo” pubblicato dalla compagnia della stampa dove racconta il suo calvario di madre e quello di suo figlio. Giuseppe Sciarra invece col supporto della sua famiglia e della casa di produzione Cinetika ha realizzato Ikos con la collaborazione di Edoardo Purgatori dove racconta la sua storia e come ne è uscito fuori.

Per entrambi queste opere sono uno strumento di sensibilizzazione sulla piaga bullismo ma anche una forma di protesta contro istituzioni che non danno la priorità a questa emergenza. Il caso della ragazzina di tor pignattara a Roma, morta suicida a tredici anni perché bullizzata dalle sue compagne è solo l’ultimo di una serie di episodi che potevano essere fermati.

Sciarra e Borghesan chiedono che una legge per contrastare il bullismo – da tempo ostaggio del senato – venga approvata. Questo disegno di legge contiene “Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di contrasto e prevenzione del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori”.

Il testo interviene anche sull’art. 612 bis c.p.(atti persecutori) ed estende la condotta di reato a chi pone la vittima in una condizione di emarginazione. Anche le famiglie dei bulli verrebbero coinvolti nei programmi di rieducazione del tribunale di minori se mancassero le condizioni per l’attuazione delle procedure di mediazione a scopo conciliativo.

Giuseppe Sciarra e Annapaola Borghesan nei prossimi mesi porteranno nelle scuole le loro rispettive storie. Entrambi hanno dei progetti in cantiere finalizzati a far comprendere meglio agli studenti, ai genitori e agli insegnanti la pericolosità del bullismo.

“Di bullismo muoiono tanti adolescenti come David. Hanno una vita davanti ma la crudeltà dei bulli non conosce umanità e li annienta fino a ucciderli”. Giuseppe Sciarra