Appalti e licenziamenti scuotono la maggioranza

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Sarà una ‘cabina di regia della maggioranza’ a dover dirimere le ultime e gravi questioni che animano la maggioranza di governo

Con la discussione sulle riforme, cosiddette orizzontali, cioè che coinvolgono tutti i settori interessati dal Recovery plan italiano e che sono fondamentali per definire il nuovo quadro normativo all’interno del quale programmare e realizzare le opere del Piano nazionale di ricostruzione e resilienza, i nodi dell’eterogenea maggioranza che sostiene Draghi vengono al pettine uno dopo l’altro.

Nei giorni scorsi è iniziato lo scontro sulle regole per gli appalti, che il governo si appresta a rivedere con il decreto Semplificazioni, con i sindacati che avevano lanciato l’allarme su un ritorno al passato (via i limiti ai subappalti e il ritorno del massimo ribasso), e il leader della Cgil Maurizio Landini ha minacciato lo “sciopero generale”. Pd e Leu hanno chiesto a Draghi di fermarsi, mentre Lega e Forza Italia chiedono di liberalizzare il più possibile. Ieri è stato il giorno dell’attacco frontale di Confindustria e delle sue articolazioni territoriali al ministro del lavoro Orlando per lo slittamento della scadenza al 28 agosto del blocco dei licenziamenti a fine agosto.

Confindustria accusa Orlando di un ‘colpo basso’ per non aver minimamente condiviso lo slittamento. Accusa respinta al mittente dal ministero del Lavoro che parla di un provvedimento discusso e approvato “all’unanimità dal Consiglio dei Ministri”, ma erano anche state discusse il giorno prima in pre-Consiglio e inviate al Mef e all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Dai ministri non sono giunte dichiarazioni ufficiali, ma la tensione nel governo è evidente anche perché il provvedimento è stato approvato giovedì scorso, ma ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Per trovare un punto di caduta digeribile per tutta la maggioranza che lo sostiene, a Draghi servirà quella formula, ‘la cabina di regia’, già utilizzata per fare la sintesi politica prima del varo del decreto Sostegni bis. Se ne riparlerà mercoledì, oggi e domani il premier è impegnato con il Consiglio europeo.