Aprire un CPR in Toscana è da pazzi

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Strutture che non dovrebbero proprio esistere, dove i diritti umani vengono dimenticati e calpestati, luoghi totalmente inefficaci e con il dispendio di spese ingenti
Da parlamentare, assieme alle colleghe di ManifestA, ce ne siamo occupate concretamente, visitando i #CPR di Macomer, Gradisca d’Isonzo, Caltanissetta e Ponte Galeria. Sopralluoghi che ogni rappresentante delle istituzioni dovrebbe fare, per toccare con mano una realtà di cui si parla tanto, magari nei talk show, ma che pochi conoscono realmente.
Dai blocchi di cemento alle gabbie metalliche, dal filo spinato ai militari che presiedono i cancelli d’ingresso. Poche regole, rimpatri quasi inesistenti, problemi agghiaccianti. Lo dichiara lo stesso garante nazionale nel suo rapporto dettagliato sui CPR. La verità amara? Sono delle vere e proprie prigioni, con un nome diverso, con meno diritti, con meno controlli e più difficoltà.
Sarò presente  alle 17.30 all’incontro “NO AL CPR” a #Firenze, presso la sede Arci Firenze in Piazza dei Ciompi, che vede un confronto con le istituzioni locali e nazionali. Se ne avrò la facoltà, gli inviterò a visitare questi luoghi e ad agire di conseguenza, con impegni chiari. Perché qui, più che mai, le parole sono importanti, ma sono poi i fatti che contano.
Chi sostiene o avalla un simile sistema, dovrebbe solo vergognarsi!