Arresti Autostrade: interrogatorio per Castellucci, Donferri e i manager indagati

0
77

GENOVA – Sono iniziati gli interrogatori di garanzia degli ex manager di Autostrade per l’Italia agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fono assorbenti pericolose. Agli arresti domiciliari sono finiti l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, il direttore delle operazioni Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli. Mentre Stefano Marigliani, direttore del primo tronco, Paolo Strazzullo e Massimo Miliani hanno subito misure interdittive.

Secondo i magistrati “sapevano della difettosità” di alcune barriere e della loro pericolosità. Agli arrestati viene infatti contestata “la volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi. Per questo è scattata la frode nei confronti dello Stato”. L’ordinanza di carcerazione è stata firmata dal Tribunale di Genova su richiesta della Procura

Eseguito in video collegamento, per rispettare le norme anti Covid, l’interrogatorio di Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni della società. Mitelli si è collegato dalla caserma del Comando provinciale della guardia di finanza di Roma. A seguire Paolo Berti, ex direttore delle operazioni, e Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia fino al gennaio 2019 quando è stato liquidato dal ruolo con una cifra che sfiorava i 13 milioni di euro. Una buonauscita che è stata al momento ‘congelata

La notizia degli arresti e le intercettazioni che, secondo i magistrati, confermerebbero la malafede dei manager indagati, non ha colto di sorpresa Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime crollo ponte Morandi: “Sono andata vicino alla foto dei miei cari e li ho baciati. Uno scenario di questo tipo era assolutamente immaginabile nel senso che vedendo anche le fotografie dei reperti del ponte dopo che è avvenuta la tragedia, vedendo questi cavi, il loro stato di conservazione dal nostro punto di vista era impossibile che in qualche modo la questione non fosse nota”, ha commentato Possetti

L’interrogatorio riguarda anche i manager per cui è stata disposta l’interdizione per un anno. Secondo l’accusa, sostenuta dagli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle di Genova, guidati dal colonnello Ivan Bixio, “i dirigenti sapevano che le barriere erano difettose perché progettate male e costruite con materiale scadente ma non le sostituirono per non spendere troppi soldi e consentire alla società di distribuire utili ai soci”. Ipotesi confermata nell’intervista a Primocanale anche dall’ex titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che rammenta la “confessione” telefonica dell’amministratore delegato di Edizione Holding, Gianni Mion, a proposito delle manutenzioni. “Le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo e meno facevamo… così distribuivamo più utili… e Gilberto e tutta la famiglia erano contenti”, dice l’intercettato Mion che non risulta tra gli indagati.

Secondo Toninelli, “la cosa più grave è la dimostrazione che il crollo del Morandi, oltre a tutto il resto, non è stata una fatalità”. Qualcuno può alzare il dito e dargli torto? Ma dice di più, l’ex ministro: “La mia procedura per la revoca della concessione è ancora lì. Non è stata conclusa, ma neppure è stata cancellata. È solo sospesa e basta poco per riprenderla in mano”