Attenzione, concentrazione, ecc ecc

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Quando ero giovane ricordo che c’era una filastrocca che bisognava ripetere, e il ritornello, che si scandiva schioccando le dita, faceva “attenzione – concentrazione – ritmo – velocità”

Non ricordo poi come finiva, ma vorrei parlare un po’ delle prime parole che venivano dette. In particolare, al giorno d’oggi “attenzione” non va troppo d’accordo con “velocità”: siamo tutti succubi di questi benedetti telefonini, e la mia sensazione è che non li gestiamo in modo corretto. Ultimamente mi è capitato di partecipare ad un funerale, e di recitare in teatro, e sentire in entrambe le situazioni dei cellulari che continuavano a suonare, e tutti se n’erano accorti, tranne che il proprietario dell’apparecchio; almeno c’è la consolazione che questo tale non veniva disturbato dalla telefonata.

Ma tutte queste telefonate, queste notifiche, questi commenti ai nostri post, ci distolgono sempre più spesso da quello che stiamo facendo, rendendo impossibile una qualsiasi concentrazione ed abbassando il livello di attenzione. Pensavo a questi fatti, quando la mazzata finale me l’ha data Lisa Iotti, giornalista anche di Presadiretta (Rai 3), autrice di “8 secondi”, e il titolo del suo libro indica il tempo medio di attenzione che dedichiamo a concentrarci su quello che stiamo facendo. Lo studio dal quale parte la Iotti ha analizzato i punti nei quali vanno i nostri sguardi se stiamo davanti ad uno schermo: andiamo avanti e indietro con gli occhi senza leggere niente con una certa continuità, e saltiamo subito alla fine di un articolo, senza approfondire ma sbirciando anche sulle immagini pubblicitarie che su un lato scorrono, senza far parte del testo che stiamo leggendo. Solo un dato: alla fine di un test, si è verificato che i risultati peggiori li avevano ottenuti i concorrenti che avevano vicino un cellulare, ancorché spento. Insomma, tutte le nostre energie e le nostre attenzioni sono assorbite da tante, tantissime informazioni che non sono quelle che cercavamo, ma che ci vengono fornite di continuo mentre facciamo qualcos’altro.

Ecco allora che ancora di più mi sento di invitare i miei lettori a seguire i giochi matematici e i giochi enigmistici, che per la maggior parte sono visibili su prodotti cartacei, dove non ci sono le distrazioni che appaiono in rete, e forse, se durante i giochi teniamo il cellulare a un metro di distanza, ce la faremo a risolvere i problemi che sembravano impossibili da affrontare. Con calma, senza distrazioni, e magari ci divertiremo ugualmente.

Ah, la giornalista nei suoi interventi va ancora più pesante di quanto abbia fatto io: potete trovare in rete sue conferenze.

Giorgio Dendi