Avevo 16 anni. Tutto ciò che volevo era aiutare la mia famiglia

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Ma avevo troppa pressione addosso e non riuscivo a sopportarla. Quando sei in una famiglia povera c’è molta solidarietà, ma quando qualcuno ottiene qualcosa è come se dovesse qualcosa a tutti. Al Metz nel 2001 guadagnavo 3.000 euro al mese e volevano una casa da 500.000. Il club non era soddisfatto del mio comportamento e nessuno era felice di me”.

In quel periodo, il giovane Adebayor pensò di farla finita.

“Ero sotto pressione, mi sono chiesto a cosa servissi così sono andato nella farmacia sotto casa e ho comprato diverse scatole di medicinali. Avevo tutto pronto, ero pronto ma poi ho chiamato il mio migliore amico a mezzanotte e mi ha calmato, mi ha detto che avevo un sacco di cose da fare e il potenziale per cambiare le cose in Africa. Mi ha fatto pensare. Mi sono detto che Dio doveva avere un piano per me”.

Il suicidio scampato grazie all’intervento di un amico che ha fatto capire tante cose all’attaccante togolese.

“La mia storia può insegnare qualcosa. Bisogna essere felici ogni giorno”.

Buona vita, Adebayor!

Fonte: Daily Mail   CALCIO TOTALE FACEBOOK