Bancarotta e fatture false: chiesti 5 anni per Renzi sr

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Chiesto il giudizio per i genitori e la sorella di Renzi, Matilde

Cinque anni a testa per Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, accusati di concorso in bancarotta fraudolenta e fatture false. Sono queste le richieste del procuratore aggiunto Luca Turco nei confronti dei genitori di Matteo Renzi, imputati nel processo di primo grado in corso a Firenze per i fallimenti a catena delle cooperative di volantinaggio e pubblicità Marmodiv, Delivery Service Italia e Europe Service.

La Procura ha chiesto inoltre anche dieci mesi nei confronti di Matilde Renzi – sorella di Matteo, che in una delle società aveva avuto un ruolo di amministrazione per un breve periodo – e condanne nei confronti di tutti gli altri amministratori imputati, a eccezione di uno, Aldo Periale, per cui è stata richiesta l’assoluzione.

I coniugi Renzi, secondo la Procura di Firenze, erano i soci occulti delle cooperative. Le società erano usate per accrescere il volume di affari della ditta di famiglia – la Eventi 6, che risultava essere la committente esterna dei lavori – e poi pilotate verso il fallimento, schiacciate da debiti insostenibili. Sulle coop, infatti, venivano caricati tutti i costi, a cominciare dal personale, secondo l’accusa alle dipendenze dei Renzi, ma formalmente inquadrato nelle cooperative. Un trucco contabile formidabile che avrebbe consentito alla Eventi 6 di trasformare un costo societario in un’agevolazione fiscale.

Nel frattempo, le cooperative accumulavano invece debiti crescenti, omettendo di pagare allo Stato imposte e oneri contributivi, e lasciando debiti ai fornitori. Questa impalcatura societaria avrebbe preservato la Eventi 6 da ogni problema e si concludeva con gli ultimi anelli della catena che andavano a gamba all’aria, mettendo nei guai chi in quel momento le amministrava.

MARCO GRASSO