BASTA BOMBE SUI CIVILI! PER UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO IN PALESTINA

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Dal 10 maggio le tensione mai sopite tra israeliani e palestinesi sono nuovamente divampate in una guerriglia civile tra le più cruente dal 2014

La questione riguarda come sempre i territori palestinesi occupati da Israele, in particolare la Striscia di Gaza, quella porzione di terra situata al confine tra Israele, Stato fondato nel 1948 su mandato britannico e con la benedizione delle Nazioni Unite, e la Palestina, regione preesistente a Israele situata tra la Siria, il Libano, l’Egitto e la Giordania. Il motivo dell’attacco, con lanci di razzi, da parte di Hamas è stato l’incremento della politica espansionistica di Israele degli ultimi mesi: il Paese governato da Benjamin Netanyahu ha infatti recentemente occupato il quartiere palestinese di Sheikh Jarrah (Gerusalemme Est), distruggendo diversi stabili e costringendo molte famiglie palestinesi ad abbandonare le proprie case. Un copione che si ripete dal 1948.

Dall’inizio dei bombardamenti (Israele usa raid aerei contro i missili di Hamas), almeno 197 palestinesi, tra cui 58 bambini e 34 donne, sono stati uccisi nella Striscia. Solo ieri sono stati contati 43 morti. Considerando anche l’offensiva nella West Bank, il totale delle persone palestinesi uccise sale a 218. Anche Israele ha comunicato le sue vittime: 10 morti, inclusi 2 bambini. E’ naturale che vi siano responsabilità su entrambi i fronti ma è altrettanto evidente che si tratta di un conflitto ad armi impari. Oltre all’appello dell’Unione europea, e di Papa Francesco, in tarda serata è arrivato anche quello del segretario di Stato statunitense Blinken, che ha chiesto a entrambe le parti coinvolte di cessare le violenze.

Un appello è giunto anche da Paesi come la Cina, la Tunisia e la Norvegia che hanno preso posizione all’interno dell’Onu il cui consiglio di sicurezza, per mancanza di unanimità dovuta al veto degli Stati Uniti, non è riuscito neanche ieri ad approvare una dichiarazione congiunta dei 16 paesi membri.

Mauro Coltorti