Basta manifesti sessisti. Paita: “Da oggi i Comuni possono contare su una norma nazionale”

0
101
paita

La destra l’ha chiamato un “Ddl Zan mascherato” che punta a introdurre, nuovamente, il concetto di “identità di genere”

Così a Palazzo Madama, il 4 novembre, il dl Infrastrutture, Trasporti e Mobilità ha scatenato la bagarre. Tanto che il governo ha dovuto mettere la fiducia, intascando un risultato tondo: 190 sì e 34 no. Le polemiche che ne sono seguite hanno però “nascosto” il varo di un provvedimento importante: quello che vieta i manifesti sessisti, discriminatori e violenti lungo le strade o negli spazi pubblicitari sui mezzi pubblici.

Ed è solo l’inizio, perché si sta preparando un testo analogo, per vincolare i contenuti audio-televisivi, intervenendo sulla Legge Gasparri. Si attendeva da tempo una norma che facesse argine ai messaggi promozionali che sfruttano il corpo delle donne. A rimediare ci ha pensato la presidente della Commissione Trasporti alla Camera, Raffaella Paita, Iv, che ha proposto un emendamento ad hoc: «è il momento di dire basta e di promuovere una cultura del rispetto di tutti gli individui».

Nella sezione che modifica il Codice della Strada, infatti, si introduce «il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, su strade e veicoli, avente contenuto sessista, violento, offensivo o comunque lesivo dei diritti civili, del credo religioso e dell’appartenenza etnica ovvero discriminatorio». Per chi sgarra sono previste la revoca dell`autorizzazione della pubblicità e la rimozione.

«Abbiamo introdotto un vincolo normativo a tutta la categoria della cartellonistica fissa e mobile» spiega Paita. «È stata definita anche la responsabilità di chi gestisce gli spazi stradali: la Provincia, il Comune, il concessionario autostradale o Rfi». Da oggi, quindi, i Comuni possono contare su una norma nazionale e non più su singoli provvedimenti autonomi, spesso vanificati da ricorsi vari. Per l’entrata in vigore del divieto di pubblicità sessiste servirà un decreto attuativo del governo. Lo sta preparando, per vararlo entro dicembre, la ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti