Berlinguer, un’eredità impossibile?

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Mercoledì 14 luglio ore 18,30 Chioschino di Villa Fabbricotti, Livorno

Ne parleranno Michele Sorice (Luiss, Roma) e Nadia Urbinati (Columbia University, New York), coordinati da Enrico Mannari

prenotazioni all’indirizzo email:

associazione21livorno@gmail.com

È questo il nono appuntamento organizzato dall’Associazione Culturale e “21” nell’ambito delle iniziative dedicate al centenario della nascita del PCI promosse con l’Associazione Culturale Il caffè della scienza N. Badaloni la collaborazione di Istoreco e la compartecipazione del Comune di Livorno.

Il dialogo potrà essere seguito su Facebook

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Enrico Berlinguer è stato l’ultimo grande dirigente del comunismo italiano. Anche le circostanze della sua morte ci hanno consegnato un’aurea mitica indiscutibile. Ma occorre andare al di là del mito, ragionare in termini critici e possibilmente parlare di “pensieri lunghi” a proposito di alcune sue riflessioni.

Si pensi alla sua affermazione sul valore universale della democrazia in un contesto – anni settanta – che vede delinearsi trasformazioni profonde, movimenti sociali, tentativi autoritari, messa in discussione di assetti democratici sia sul piano nazionale che internazionale, progressiva vittoria del neo-liberismo.

La proposta del “compromesso storico” non fu dettata solo dall’esperienza del colpo di stato in Cile ma, soprattutto, dalla necessità di sbloccare il sistema politico italiano e dare una risposta alle nuove domande della società. E poi “l’austerità”. Significava una istanza moralistica e di rifiuto del mondo dei consumi, oppure anticipava temi e riflessioni – si pensi alla green economy – straordinariamente attuali? E infine la “questione morale”. Come s’intrecciava con il rinnovamento della politica e con la scomparsa dei partiti egemoni nei decenni post-repubblicani?

E come non ricordare quell’11 luglio del 1975 quando, a Livorno in Piazza della Repubblica gremita di migliaia di persone, Berlinguer annunciava la strada dell’eurocomunismo, indicando un progetto politico- ideologico, riformista e democratico, nel tentativo di costruire una specificità europea?

Di tutto questo parleranno Michele Sorice (Luiss, Roma) e Nadia Urbinati (Columbia University, New York), coordinati da Enrico Mannari.

Michele Sorice docente di Innovazione Democratica, di Sociologia Politica e di Sociologia della Comunicazione alla Luiss “Guido Carli”, dove dirige il Centre for Conflict and Participation Studies(CCPS). Sociologo e scienziato politico con una particolare attenzione alle trasformazioni della democrazia e alla comunicazione politica. Tra le ultime pubblicazioni, Sociologia dei media. Un’introduzione critica, Carocci editore 2020; Partecipazione Democratica.Teorie e problemi,Mondadori,2019; L’Illusione della scelta. Come si manipola l’opinione pubblica in Italia, a cura di Leonardo Morlino e Michele Sorice, Luiss, 2021.

Nadia Urbinati docente di Teoria politica alla Columbia University di New York, ha scritto diverse pubblicazioni in inglese e in italiano sul pensiero politico moderno e contemporaneo. In particolare negli ultimi anni si è concentrata sulle forme dell’opinione nelle democrazie rappresentative, sulle visioni populiste e il plebiscitarismo dell’audience. Tra le ultime pubblicazioni, Democrazia sfigurata. Il Popolo tra opinione e verità, Egea Bocconi,2014 (traduzione del testo originale inglese uscito per i tipi di Harvard University Press); Io, il popolo. Come il populismo trasforma la democrazia, Il Mulino,2019; Pochi contro Molti. Il conflitto politico nel XXI secolo Laterza, 2020.

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