Biodistretto del riso: “Benefici su ambiente e qualità”

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Il biodistretto del riso piemontese, nato su iniziativa di sette aziende produttrici della zona di Rovasenda (Vc)

E’ stato audito nella seduta congiunta di Commissione Ambiente (presidente Angelo Dago) e Agricoltura.
“La nostra intenzione è far conoscere il percorso intrapreso dai fondatori – hanno spiegato il presidente Gianpaolo Andrissi e i due rappresentanti intervenuti – con un’attenzione particolare sui benefici ambientali di questo tipo di coltura. Il nostro lavoro sta portando a importanti risultati sul fronte della produzione agricola sostenibile, in armonia con le leggi naturali e con prodotti che conquistano crescenti fette di mercato. Produrre ottimo riso senza ricorrere a fertilizzanti o erbicidi chimici si può”.

A fronte delle domande dei consiglieri Valter Marin e Federico Perugini (Lega), Alberto Avetta (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Sean Sacco (M5s), Giorgio Bertola (M4o), hanno spiegato che “la difficoltà più grande è ottenere la certificazione di biodistretto prevista nel regolamento regionale, che richiede l’adesione di 100 aziende, obiettivo difficile nel nostro ambito. È invece un’ottima notizia la proroga della ‘Misura 11’ del Psr che sostiene l’insieme delle pratiche dell’agricoltura biologica. La nostra è anche un’operazione culturale, si può essere disposti a pagare di più un prodotto sapendo che è di qualità e riduce l’impatto ambientale”. Se le condizioni sanitarie lo permetteranno, verrà programmata nei prossimi mesi una seduta di commissione nelle zone del biodistretto.

Il comitato ambientale “Mai sulla nostra testa” è stato la seconda realtà audita dalle Commissioni. “Vogliamo esporre le ansie e le preoccupazioni dagli abitanti di San Benigno Canavese e Volpiano, che sono interessati dalla realizzazione di un medio impianto per la produzione di metano da Forsu (materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell’organico)”, hanno spiegato i rappresentanti Gabriella Ferrero Merlino e Alessandro Bracco. La sede è prevista su un terreno a destinazione industriale ma a brevissima distanza da luoghi residenziali, vicino a due fiumi e pozzi di acquedotto. “Gli impianti vanno a impattare pesantemente sui territori, con forti conseguenze negative per la qualità della vita e la salute degli abitanti, nonché su agricoltura e paesaggio”, hanno concluso.

Sono intervenuti per domande i consiglieri Marin, Sacco e Bertola.