Bonetti: “Centri estivi e associazionismo, il piano per i ragazzi protagonisti”

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L’estate sarà decisiva per i nostri bambini e ragazzi, provati dalla lunga fase di isolamento e distanziamenti

Ne è convinta la ministra per la Famiglia Elena Bonetti che sta mettendo a punto la strategia dei prossimi mesi confermando le risorse da destinare ai Comuni per iniziative educative in sinergia con il terzo settore. «Vogliamo proseguire – spiega – il cammino e l’esperienza dell’estate 2020 che ha consentito di valorizzare le esperienze della educazione non formale, su cui anche l’Europa ha aperto una riflessione importante e su cui sono impegnata per dare un riconoscimento strutturale anche a livello normativo. Crediamo si debba rimettere al centro il protagonismo dei ragazzi: con lo sport, il teatro, gli oratori, l’associazionismo possono trovare occasioni importanti di crescita e possono esprimere se stessi e i loro sogni diventando protagonisti e animatori di educazioni tra pari».

Il punto di partenza?
«Da un punto di vista del sistema sociale e del sistema Paese l’idea è risostenere quella rete fatta di enti territoriali del Terzo Settore e gli organismi della cultura e dello sport per poter costruire una sinergia educativa che funzioni durante il periodo estivo».

Con quali fondi?
«Lo scorso anno abbiamo stanziato 135 milioni per sostenere i progetti promossi dai quasi Comuni; 35 milioni li ho destinati al bando “Educare” rivolto specificatamente agli Enti di Terzo settore; due bandi da complessivi 25 milioni sono serviti per il contrasto alle povertà educative; 4 milioni hanno supportato attività per la promozione delle materie Stem, un progetto pensato soprattutto per avvicinare bambine ragazze alle materie scientifiche».

Quasi 200 milioni: e quest’anno cosa accadrà?
«Per i centri estivi ho chiesto un rifinanziamento. E metteremo a bando risorse per il Terzo settore per progetti innovativi di educazione non formale nei territori».

Che tipo di progetti cercate? Qualche esempio dello scorso bando?
«Mi viene in mente un progetto di Bologna con cui i ragazzi si riapproprieranno della città e arriveranno a disegnare una mappa ideale della metropolitana che risponda al loro sguardo sulla città. Loro riconnettono la città attraverso i luoghi per loro più significativi: diventano guide del loro spazio indicando agli adulti quello che a loro piace e interessa. L’idea, tomo a ripetere, è di rendere i bambini e i ragazzi protagonisti e di progettare una dimensione esperienziale dell’apprendimento, imparare facendo, incontrando e vivendo».

E il mondo dello sport?
«Lo consideriamo parte integrante dell`esperienza educativa, non solo come competizione ma come crescita di bambini e ragazzi in una dimensione di cittadinanza. Ma penso anche a teatro e musica: in Umbria un progetto apprezzato di questo bando usa il jazz come musica inclusiva per le realtà disagiate. E poi la cultura: ad Ercolano la riqualificazione degli spazi pubblici ha permesso alla città di integrarsi vivendo e abitando questi luoghi di storia e di bellezza».