Bracciatelli (M5S): “Reddito di cittadinanza? Esempi negativi in tutti i provvedimenti, tuttavia grande passo avanti e va tutelato”

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“Il Reddito di cittadinanza è una riforma avviata dal Movimento 5 Stelle e nel suo progetto è una riforma innovativa in via di miglioramento, a partire dalla riforma dei centri per l’impiego che in Italia rappresentano il fallimento delle politiche del lavoro negli ultimi decenni e che le regioni non hanno saputo valorizzare. In Germania hanno impiegato 10 anni alla revisione dei centri per l’impiego. Nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, i beneficiari del Reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) che, non sono solo un obbligo, ma un’occasione di inclusione sociale e crescita individuale dei beneficiari e della collettività. Purtroppo su oltre 8000 comuni, solo 400 sono stati in grado di avviarli. E’ un percorso lungo i cui benefici sono condizionati dalla completa attuazione della norma ancora in corso. Una attuazione che passa per la riforma dei centri per l’impiego in capo alle Regioni, all’impegno dei comuni Italiani”.

Tuttavia, le opposizioni ne lamentano criticità, anche in relazione all’effettiva percentuale di occupati…

“Naturalmente in corso d’opera sono emerse delle criticità ed è naturale lavorare per far sì che tutte le istituzioni Italiane collaborino per rendere ancor più efficace una dispositivo che deve dare la miglior soluzione per i milioni di Italiani in difficoltà, cercando tutte le azioni per rimuovere quelle inefficienze del sistema del lavoro italiano, a partite da un controllo efficace per migliorare una norma giusta, finalmente attuata anche in Italia. Esempi negativi li troviamo in tutte le disposizioni, dalla previdenza, alle pensioni di invalidità, fino ad arrivare a misure importanti del welfare come la cassa integrazione, in cui con l’esperienza Covid abbiamo visto quanti furbetti sono stati registrati anche tra gli imprenditori””.

Quali sono i vostri obiettivi?

“Il compito reale è rendere l’Italia un paese migliore, in cui pochi furbi, ovunque collocati, non annullino sacrosante norme di giustizia sociale e di tutela delle categorie più deboli. Quindi ben venga proseguire il lavoro di miglioramento di una disposizione a favore di tantissimi Italiani che non possono e non debbono essere lasciati indietro, con il contributo fattivo di tutte le istituzioni, governo, parlamento, regioni e comuni”.