Brexit: dopo 5 anni per Johnson è ‘missione compiuta’

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Boris Johnson ha salutato come un inizio di missione compiuta il quinto anniversario dello storico referendum

Che il 23 giugno 2016 sancì, nella sorpresa di molti, la scelta della maggioranza dei britannici (52 contro 48%) a favore della Brexit, di Leave contro Remain. Una svolta, ha sostenuto tra l’altro il premier Tory, che ha consentito all’isola di poter condurre adesso una campagna vaccinale autonoma rispetto all’Ue di fronte all’emergenza Covid e di far segnare “un record nelle somministrazioni” rispetto al resto del Vecchio Continente.

“Questo governo – ha rivendicato in un discorso d’occasione BoJo, che della campagna per il divorzio da Bruxelles fu portabandiera – ha reso la Brexit una cosa fatta e noi abbiamo già recuperato il controllo della nostra moneta, delle nostre leggi, dei nostri confini, delle nostre acque. Ora che ci stiamo riprendendo dalla pandemia, coglieremo l’occasione della riconquistata sovranità per rafforzare l’unità e l’equità nel Regno Unito. La decisione di lasciare l’Ue è ormai parte della nostra storia, ma lo nostra missione chiara resta quella di utilizzare le libertà che ne derivano per disegnare un futuro migliore per la nostra gente”.

Alle sue parole si contrappongono – in un Paese tuttora diviso, e in particolare a rischio di spaccature interne dalla Scozia all’Irlanda del Nord – le previsioni cupe sul prossimo futuro di lord Michael Heseltine: veterano dell’ala Tory più eurofila e sostenitore non pentito di Remain nel 2016, secondo il quale la Brexit non sarà al contrario d’aiuto nella ripresa post pandemia e rischia piuttosto di far esplodere in primis concretamente, con le sue conseguenze, gli equilibri garantiti in Irlanda del Nord dall’epocale accordo di pace del Venerdì Santo 1998.

Mentre l’ambasciatore dell’Ue a Londra, Joao Vale de Almeida, ha paragonato la situazione attuale a “un animale vivente” con cui i conti andranno fatti anche nei prossimi anni; non senza aggiungere che la Brexit va oggi “rispettata”, ma che il modo migliore per rispettarla è “rispettare tutti gli accordi” sul dopo divorzio: senza continuare “a combattere vecchie battaglie