Cambio di passo della Fed

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La settimana ha portato una sorpresa interessante: durante un’audizione a Camera e Senato è emerso un atteggiamento decisamente più aggressivo da parte del Presidente della Fed Powell

La sostanza delle sue dichiarazioni conduce a una rivalutazione verso l’alto del rischio di un’inflazione più persistente delle attese, tanto da indurre il presidente ad affermare che è tempo di mettere da parte il termine “transitorio” ad essa riferito. Inoltre, cosa importantissima, ha dichiarato che avrebbe senso prendere in considerazione una chiusura anticipata di qualche mese del programma di acquisti, ovvero un tapering più aggressivo.

La reazione dei tassi governativi USA alla minaccia di un inasprimento più veloce da parte della Fed ha generato un appiattimento della curva con i tassi a lungo termine in calo a prezzare meno crescita e inflazione sul medio periodo e quello sulla scadenza a 2 anni in deciso rialzo.

La volatilità sull’azionario USA è una logica conseguenza di questo mutato scenario: variante Omicron, inflazione elevata e Fed più aggressiva sono tutti ostacoli per i listini.

Segnaliamo infine il nuovo crollo della lira turca dopo che il Ministro delle Finanze turco si è dimesso ed è stato sostituito da un fedele di Erdogan che ha già difeso i recenti tagli ai tassi: la discesa settimanale della valuta supera l’11% in quella che sembra ormai una caduta libera.

Tra le principali materie prime, il petrolio è stato influenzato da un vento positivo proveniente dalla riunione l’OPEC+ che in settimana ha confermato l’aumento della produzione per 400 mila barili al giorno da gennaio 2022. Inizialmente il mercato petrolifero aveva temuto un pericoloso tira e molla con la Russia che al contrario aveva proposto un aumento ulteriore dell’output: alla fine la decisione è stata quella di confermare il programma originario di riduzione dei tagli, facendo tirare un sospiro di sollievo al mercato.

Tuttavia, i rappresentanti OPEC+ hanno comunque anticipato un possibile meeting “ravvicinato” nel caso in cui la variante Omicron dovesse avere un impatto considerevole sull’andamento dei contagi e di conseguenza sulle prospettive economiche generali.