“Invece di continuare questa discussione all’infinito sarebbe meglio varare una norma che vieti ad un rappresentante in carica di percepire soldi direttamente o indirettamente da un governo straniero”.
Lo afferma il leader di Azione, Carlo Calenda, al Corriere della Sera.
“Difendersi menzionando i rapporti tra governi vuol dire buttare la palla fuori campo – prosegue. Metà del mondo non è democratico e bisogna averci a che fare, ma attraverso le relazioni diplomatiche, non incassando soldi personalmente mentre si è pagati dai cittadini italiani. Questo è il punto – aggiunge. In nessuna parte del mondo esiste un parlamentare e leader di partito, eletto e pagato dai cittadini, che prende un compenso per una prestazione da un regime straniero, tanto più autocratico” conclude.