Cinque cause che potrebbero portare alla fine del governo giallo-rosso

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Giuseppe Conte ha già superato le aspettative della maggior parte dei suoi oppositori politici sopravvivendo al crollo del suo primo governo l’estate scorsa. Ma la sua seconda coalizione è così fragile che una serie di problemi potrebbe ancora trascinarlo di nuovo in una crisi.

Secondo due autori di Bloomberg il governo italiano è nuovamente sull’orlo di una grave crisi. I due hanno analizzato cinque possibili cause scatenanti che potrebbero portare al termine dell’esperienza giallo-rossa.

Dopo essere riuscito a portare avanti la Legge di Bilancio 2020 e a farla approvare dal parlamento, Conte ha detto ai giornalisti il ​​28 dicembre che vuole dare il via al nuovo anno negoziando un programma governativo che lo porterà fino alla fine della legislatura nel 2023.

Tuttavia la Lega si mantiene dominante nei sondaggi d’opinione e il suo leader, Matteo Salvini, e ora sono molti gli ostacoli che il suo governo dovrà affrontare nel solo mese di gennaio.
Riforma del processo civile

Conte ha convocato i leader della coalizione per un incontro del 7 gennaio sulla proposta del M5s per la riforma dei processi per la seconda volta. La riforma dei 5 stelle prevede che la prescrizione venga sospesa dalla sentenza di primo grado o dal decreto di condanna. In sostanza, la prescrizione termina di decorrere a partire dal primo grado di giudizio, senza fare alcuna distinzione, però, tra sentenza di condanna e sentenza di assoluzione. Dunque, tutto ‘congelato’ fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o alla data di irrevocabilità del decreto penale.

Ma il Pd si oppone a cambiamenti drastici e il piccolo partito Italia Viva guidato da Matteo Renzi dice che è pronto a votare con l’opposizione per impedire che “i diritti degli imputati vengano distrutti da continue azioni penali”.
Due referendum

Due referendum separati sulla riforma elettorale potrebbero essere avviati questo mese, uno su iniziativa dei Cinque Stelle, già approvato, per ridurre il numero di parlamentari e un altro su una proposta della Lega per introdurre il sistema elettorale Rosatellum in un maggioritario puro, in stile britannico, con soli collegi uninominali.

L’ultimo referendum in Italia ha messo fine alla carica di Renzi come Premier. Un altro metterebbe a rischio Conte perché i gruppi che si perderebbero in base alle nuove regole di voto sarebbero tentati di avviare un’elezione rapida prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema. Tale rischio ha già turbato gli investitori.
Il processo contro Salvini

Salvini si trova di fronte a un possibile processo per aver rifiutato l’approdo a una nave Diciotti, carica di migranti, di attraccare in Sicilia a luglio, quando era ministro degli Interni. Una commissione del Senato voterà il 20 gennaio la possibilità di bloccare qualsiasi processo contro Salvini, che è anche senatore, in vista del voto dell’intera Camera.

Il caso è un altro fattore destabilizzante per la coalizione con Renzi che minaccia di rompere i ranghi e sostenere il leader della Lega.
I feudi rossi

Il blocco di centro-destra di Salvini punta a prendere il controllo della roccaforte della sinistra italiana dell’Emilia-Romagna alle elezioni regionali del 26 gennaio mentre i Cinque Stelle e il Partito Democratico si stanno combattendo.

Una vittoria per Salvini in Emilia-Romagna lo renderebbe inarrestabile e darebbe motivo ai dissidenti del Partito Democratico, che affermano che il loro sostegno a Conte ha un prezzo troppo alto, di ritirarsi dalla coalizione.
La concessione ad Atlantia e l’Ilva

Conte deve anche negoziare una serie di complicati dossier commerciali che mettono in evidenza le contraddizioni tra gruppi pro-establishment e anti-establishment nella sua coalizione.

Il leader a cinque stelle Luigi Di Maio vuole revocare le concessioni autostradali da Atlantia SpA della famiglia miliardaria Benetton dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, mentre i dem vogliono negoziare un accordo. Il governo potrebbe anche dover decidere quanto è disposto a spendere per salvare la compagnia aerea di bandiera Alitalia.

Inoltre gli M5s vogliono che il governo ponga fine all’inquinamento provocato dall’Ilva senza mettere a repentaglio le decine di migliaia di posti di lavoro che sostiene. Di Maio e i democratici si stanno grattando la testa su come soddisfare tali richieste, ma dopo una serie di delusioni sulla politica ambientale, i Cinque Stelle stanno minacciando di ribellarsi a meno che non ottengano ciò che vogliono.