CIO’ CHE DIO VUOLE DA NOI AL TEMPO DELLA PANDEMIA

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(del Dott. Nicola Grifa)

Tutti sappiamo cosa sta accadendo nel mondo, ogni trasmissione televisiva, notizia, rotocalco, link ricevuto, messaggi, ovunque si fa menzione dell’attuale situazione pandemia. Gli aggiornamenti si susseguono incessantemente 24 ore su 24, l’umanità vive ogni giorno pagando e patendo gli effetti dell’isolamento sociale realizzato dalle restrizioni governative su scala mondiale. Aggiornamenti che sembrano non avere un termine né tantomeno una sperata prevedibilità di eventi futuri. Tante evidenze che si alternano, insieme a tante temute bugie a costituire un grande calderone dove non sappiamo più da che parte possa risiedere la verità. Scienziati, medici, ricercatori, psicologi, sociologi, filosofi, politici, persino tanta gente comune in cerca semplicemente di un po’ di notorietà.. come tanti attori di una tragedia teatrale che si affacciano sull’infinito palcoscenico dei mezzi di comunicazione di massa senza trovare una reale effettiva e condivisa spiegazione ma soprattutto soluzione a ciò che si sta configurando come uno dei più grandi flagelli della storia recente. La scienza, dopo mesi di ricerca, appare impotente, la politica incerta, ogni supposta misura di contenimento si rivela inadeguata, non risolutiva. Intanto il clima di incertezza regna sovrano sulla terra, i cieli non sono più solcati da aerei, i mari non sono più attraversati da navi tranne che di tipo militare, le strade deserte. L’economia mondiale è in crollo, le attività produttive bloccate, anche le chiese sono chiuse, ogni attività umana è paralizzata, le famiglie messe a dura prova, ogni singolo vive una grande crisi personale ed intanto il numero di divorzi è aumentato del 30%, i disturbi psichiatrici e psicologici stanno registrando un’impennata, il numero dei suicidi in costante ascesa, iniziano le rivolte sociali in molte zone della terra, notizia di questi giorni alcune Sante Messe, seppur svolgentesi nel rispetto delle necessarie norme igienico-sanitarie, interrotte forzatamente per intervento delle Forze Armate. Il tutto a rappresentare un reale e preoccupante quadro di allontanamento sempre maggiore tra gli uomini ed in parte, si teme, tra gli uomini ed il Signore. E se improvvisamente provassimo tutti a cambiare prospettiva di osservazione? Se cessassimo di guardare tutti questi eventi con gli occhi dell’uomo, ed iniziassimo a guardare dalla prospettiva di Dio? Perché continuiamo a dimenticarci di Dio e talvolta addirittura a volerci sostituire a Lui? Giocando a fare il Creatore nei nostri laboratori, manipolando la genetica, sovvertendo le leggi naturali della vita, offendendo l’opera della natura consegnataci come il dono più grande e perfetto. E se avanzassimo l’ipotesi che tutto quello cui stiamo assistendo non sia altro che il risultato del male commesso dagli uomini e dell’intervento dell’Onnipotente che in questo grave isolamento dell’uomo sta mettendo alla prova la Fede dell’umanità. Secondo le profezie apocalittiche contenute nelle Sacre Scritture, si potrebbe quasi pensare ad uno scenario di preparazione della seconda venuta del Salvatore nostro Signore. In fondo vi stiamo assistendo, basta guardarsi intorno con occhi limpidi. Mai come in questo momento storico l’uomo subisce la propria limitatezza di fronte agli avvenimenti negativi. Diversamente, allora, dovremmo ritenere che le parole di Profeti, Santi e Beati anche più recenti siano improvvisamente non veritiere. Profezie che altre volte, nel passato dell’umanità si sono compiute esattamente come descritte, perché stavolta non dovrebbero risultare fondate? L’uomo non voleva più le chiese, molte chiese nel mondo e soprattutto europee negli ultimi anni sono state chiuse, divenute edifici convertiti ad altre finalità o vendute come semplici beni immobili. Se questo è quanto stavamo realizzando, ora Dio ha fatto in modo da farci chiudere le chiese, ma senza dimenticarci che l’amore e la Fede nascono dalla famiglia, dalla nostra casa. Perché non pensare che forse non è di un vaccino che abbiamo bisogno ma piuttosto di ritrovare la Fede in Gesù Cristo come nostra unica salvezza. E’ probabile che questa crisi mondiale nasca da un’unica vera grande crisi, la crisi della Fede. Forse non abbiamo bisogno di lavare le mani con l’Ipoclorito di Sodio e similari bensì di lavare i nostri cuori, menti, anime e coscienze. Ammettere la nostra miseria umana coprendoci il capo con entrambe le mani e riconoscere la perdita da parte della società attuale dei sani valori e principi cristiani e l’affermazione di forme di Apostasia sempre più dilaganti. L’inosservanza dei Comandamenti, l’indurimento dei cuori, il dimenticarci della Carità, della Speranza e soprattutto l’allontanamento dalla preghiera. Forse il Signore non vuole i flashmob, oppure i concerti ed i canti dai balconi. Ma certamente una preghiera sincera e sentita levata al cielo con animo contrito potrebbe risultare molto più utile. Niente può rendere un uomo più povero della mancanza della preghiera. In quest’ottica, dunque, come pensiamo di aiutare i poveri, ritenuti tali attualmente, se noi stessi risultiamo di fatto poveri? Un povero non può aiutare un altro povero. Forse accanto alle rocambolesche manovre di carattere economico-finanziario che i Governi stanno inutilmente tentando di realizzare ma senza frutto, mentre il mondo si sta annichilendo e ripiegando su stesso fino quasi ad implodere, dovremmo ricorrere all’arma più potente in questo momento, la preghiera, singola e comunitaria con le modalità tecnologiche consentite. La preghiera come strumento più efficace comprendente anche tutte le forme di devozione Mariana, riconoscendo con umiltà i nostri errori e la nostra condizione umana giunta davvero al suo limite prestabilito. Domenica 19 aprile, la II di Pasqua, ricorreva la Festa della Divina Misericordia ed è ad essa che dobbiamo rivolgerci come infinita sorgente di perdono e di Speranza.

Nicola Benedetto Grifa
Oblato Ordine di San Benedetto