Coldiretti: Caldo: +5% bombe d’acqua, sos frane

0
63

Nel 2020 si registra in Italia un aumento del 5% delle bombe d’acqua cadute da Nord a Sud della Penisola per un totale fino ad ora di 115 violenti nubifragi che si sono abbattuti sul territorio nazionale provocando paura, danni, frane e vittime. E’ quanto emerge da una elaborazione di Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di caldo che sta investendo l’Italia con manifestazioni temporalesche che hanno provocato frane e smottamenti che in località Chiesa Valmalenco (Sondrio) hanno ucciso tre persone in un’auto travolta da fango e detriti.

La pioggia – continua la Coldiretti – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti. I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono infatti – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con il risultato che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.

Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

A questa situazione – conclude la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni secondo la Coldiretti ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia – conclude la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola.