Come cambia il trasporto merci al tempo del coronavirus

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L’emergenza coronavirus ha messo un freno alla mobilità delle persone, limandone gli spostamenti a causa delle restrizioni volte a contenere il contagio epidemico. Diverso è stato per le merci, che hanno continuato parzialmente a funzionare per garantire a tutti i cittadini italiani i servizi essenziali, dagli alimenti sui banchi dei supermercati, fino ai farmaci e ai presidi medici.

Stiamo per entrare nella cosiddetta Fase 2 che allenterà alcune restrizioni e questo renderà necessario disegnare un nuovo scenario per la mobilità. È necessario riflettere, su cosa è cambiato e cosa dovrà cambiare così da percorrere strade virtuose e mettere in campo soluzioni che possano agevolare il ritorno alla mobilità sostenibile, senza problemi.

Diego De Lorenzis, deputato del MoVimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera, ha organizzato un ciclo di conferenze streaming intitolato “Superare le distanze”. Dall’ultimo confronto è emerso che il settore del trasporto delle merci non ha subito la paralisi di altri settori ed è uno di quelli che non può fare grande ricorso allo smart working perché la maggior parte degli addetti hanno necessità di restare sui mezzi per svolgere il proprio lavoro.

In prospettiva alla ripresa piena delle attività economiche, la ferrovia per le merci su lunghe distanze, è il mezzo che consente minori relazioni umane e dunque maggiori tutele dei lavoratori sul rispetto del distanziamento personale, dato che un treno merci trasporta l’equivalente di 40 tir, ma ha solo 2 conducenti e pertanto risulta più sicuro. Nel corso di questi confronti si sono manifestati i limiti e le criticità cui rimediare rapidamente dopo l’emergenza investendo sulla costruzione di nuovi modelli per ripartire con maggiore innovazione nel segno della sostenibilità e della resilienza.

Questo momento difficile può e deve diventare un’opportunità di ripensamento di tutte le infrastrutture e dei servizi associati per immaginare un futuro significativamente diverso dal passato. Gli scenari che ci attendono, ad esempio, non possono prescindere dalla riorganizzazione delle imprese, includendovi elementi come la flessibilità oraria o la smaterializzazione documentale, la semplificazione dei procedimenti amministrativi e l’uso massivo di infrastrutture immateriali.

Il “nastro trasportatore” della logistica italiana infatti è da considerare un asset essenziale al pari di altri la cui importanza è emersa in queste settimane, perché senza il trasporto tutto il resto dell’economia è impossibile. La nostra attenzione sarà focalizzata anche sulla necessità di promuovere ulteriormente lo switch modale, cioè lo spostamento graduale di persone e di merci attraverso forme più sostenibili di trasporto, realizzando una catena intermodale che renda possibile trasferimenti di persone e merci in forma più sicura, efficiente e meno inquinante.

Ciò su cui si dovrà ragionare è anche la logistica di ultimo miglio che dovrà puntare sul contrasto all’inquinamento attraverso l’uso di mezzi a emissioni zero come cargo-bike e furgoni elettrici; si dovrà riflettere su una revisione degli orari di lavoro, in considerazione del necessario allungamento degli orari di apertura degli esercizi commerciali e delle attività didattiche e produttive, così da evitare picchi di spostamenti e rischio di assembramenti di persone; e, ancora, modalità complementari di spostamenti facendo leva su un aumento della pedonalità, sull’uso di monopattini elettrici e di biciclette riservando a queste forme spazi urbani e regole adeguati, così da per contener l’aumento insostenibile di congestione e traffico, scongiurando il maggior ricorso alle automobili private a causa di minor uso del trasporto pubblico locale.

Molte di queste azioni sono attese da un decennio o più, e alcune di esse sono state avviate negli ultimissimi anni e ora è giunto il momento di portarle a compimento, riconoscendogli la priorità che meritano, perché miglioreranno in maniera sensibile l’operatività della catena logistica e aumenteranno l’efficienza degli spostamenti delle persone, entrambi elementi fondamentale per la tenuta sociale ed economico del Paese.

Occorre che tutti gli sforzi fatti dai cittadini finora non siano resi vani nella fase della ripartenza, ma diventino premessa di rilancio e di rinascita dell’Italia. Il ciclo di conferenze telematiche “Superare le distanze” tiene aperta la discussione pubblica su questi temi con il nuovo convegno in diretta streaming previsto per oggi, lunedì 4 maggio alle 15.00, intitolato “La mobilità urbana dopo l’emergenza Covid19” e che vedrà la partecipazione di sindaci e assessori ai trasporti e di alcuni grandi comuni italiani che racconteranno dalla propria prospettiva gli scenari post emergenza, con particolare attenzione alla mobilità urbana nelle aree ad alta densità abitativa, nelle aree metropolitane e in generale in quelle dove la contrazione dei servizi del trasporto pubblico locale, potrebbe creare difficoltà di spostamento ma anche nuove opportunità di ripensare la mobilità.