Con le norme del nuovo DPCM, si fermano di nuovo cinema e teatri, e ogni spettacolo aperto al pubblico

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I lavoratori e le lavoratrici della cultura sono stati i primi a fermarsi questa primavera, e hanno ripreso le loro attività con molte difficoltà, perché la programmazione di spettacoli e luoghi culturali, soprattutto in questi tempi incerti, è ancora più complicata. Molti eventi annullati semplicemente non sono più replicabili, i biglietti sono stati rimborsati, le attività cancellate e il tempo e le risorse investite irrecuperabili.

Eppure chi ha riaperto lo ha fatto garantendo la sicurezza di lavoratori e pubblico, com’era giusto che fosse: abbiamo visto dai dati che le norme di sicurezza non solo sono state seguite alla lettera, sono state anche efficaci.

Ancora una volta, ribadiamo l’importanza di considerare professionisti a tutti gli effetti le persone che lavorano nello spettacolo, nell’arte e nella cultura, spesso in condizioni contrattuali precarie e che garantiscono pochissime tutele e pochissimo peso sindacale.

Non si può restare indifferenti di fronte alla crisi di un settore i cui professionisti sono stremati da mesi di stop e di incertezze, in molti casi tagliati fuori da bonus e ammortizzatori a cui non hanno potuto accedere.

Ogni stop delle attività culturali è una perdita per tutte e tutti: proprio in momenti come questo abbiamo bisogno di più cultura, non meno.

Beatrice Brignone