Convegno e dibattito pubblico che organizzato da “Cumpanis” e “Interstampa”

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La guerra in Ucraina inizia a Piazza Maidan nel febbraio del 2014, quando gli Usa, la Nato e l’Ue scatenano la violenza anti statuale, anti comunista, anti operaia e anti russa delle squadracce nazifasciste da tempo organizzate, armate e addestrate dalla CIA e dai servizi segreti britannici
In quel febbraio del 2014 gli immensi investimenti militari, economici e politici dell’asse angloamericano, della Nato e dell’Ue iniziano a dare i loro frutti maledetti: la controrivoluzione condotta dal battaglione Azov, dalle Forze Speciali Tigre, dal Gruppo Alpha SBU e dagli altri gruppi paramilitari eredi del fascismo ucraino di Bandera occupano Kiev, destabilizzano il potere, lo Stato ed il governo, costringono il legittimo Presidente Viktor Janukovic, eletto dal popolo e contrario all’entrata dell’Ucraina nell’UE e nella Nato, alla fuga; su ordine della Casa Bianca fanno cadere, attraverso la lunga e sanguinosa violenza di Piazza Maidan e ben oltre Euromaidan, il governo parlamentare di Mikola Azarov, sostituendolo con il governo “Quisling” a diretta guida Nato di Arsenij Jaceniuk; assassinano, picchiano, torturano e imprigionano i militanti e i dirigenti del Partito Comunista dell’Ucraina
perseguitano, picchiano e uccidono i cittadini russi; rilasciano subito dal carcere la golpista filo americana Julija Tymošenko, paladina della Nato e da anni al lavoro mercenario per la svendita dell’Ucraina a Whasington; aboliscono la legge sulle diverse lingue regionali, proibendo e demonizzando la lingua russa che tutti parlano e decretando in modo surreale, nello spirito ipernazionalista di Bandera funzionale ai disegni americani, l’ucraino come unica lingua dell’intero Paese; decretano la distruzione di tutti i monumenti sovietici, a cominciare da quelli che ricordano la vittoria dell’Armata Rossa sul nazifascimo.
Poi iniziano, col Battaglione Azov spostato nel Donbass, i massacri nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, dove il popolo, attraverso dei referendum promossi dagli stessi parlamenti del Donbass, aveva deciso di staccarsi dall’Ucraina nazifascista ed unirsi di nuovo con la madrepatria e madrelingua Russia. Massacri che, impuniti e censurati dai media occidentali con una violenza mediatica equivalente al sangue versato dai nazifascisti dell’Azov, dureranno, nel silenzio e nella complicità occidentale, per ben otto anni, sino all’Operazione Z.
La controrivoluzione nazifascista nata ad Euromaidan si protrarrà poi negli anni, giungendo ad essere un tutt’uno con la Nato, ad essere il Cavallo di Troia per il progetto angloamericano e Ue volto a trasformare l’intera Ucraina in una sterminata Base militare Nato dotata di testate nucleari e arsenali militari chimici ai confini della Russia. La controrivoluzione di Euromaidan sfociata infine in quel governo Zelensky appoggiato dai battaglioni nazifascisti favorirà poi l’accerchiamento di tutta la Russia da parte della Nato, attraverso Basi militari Nato collocate dal Polo Artico sino alla Georgia, come favorirà la collocazione di un enorme esercito Nato di retrovia nel cuore dell’Europa dell’Est, come appoggio alla primaria minaccia militare contro la Russia già dispiegata dalla Finlandia per tutto il confine tra Europa Est e Russia.
La controrivoluzione di Euromaidan favorirà anche, in questo 2022, l’entrata nella Nato della Finlandia e della Svezia, in un disegno determinato di aggressione generale anti russa. Nel dicembre del 2021 Putin, di fronte a tutta questa aggressività Nato e all’infinita violenza nazifascista contro il popolo del Donbassa, lancerà, prima di Natale, un piano di pace agli Usa e alla Nato. Un piano di pace che, anche con il netto parere sfavorevole al piano di Mosca espresso da Zelensky e del potere ucraino nato da Euromaidan, sarà ignorato dal fronte occidentale.
Ci sarà poi l’intevento russo del febbraio 2022 in Ucraina e l’immenso arsenale militare messo a disposizione di Zelenky da tutto il fronte imperialista, l’Italia compresa. Come ci sarà un immenso spostameto di risorse economiche Usa e occidenatali a favore dell’Ucraina fascista. Ci saranno le migliaia di sanzioni economiche contro la Russia che saranno alla base del rialzo del prezzo del gas russo, dell’aumento delle bollette per i popoli europei e miseria di massa che colpirà i Paesi europei più
per i popoli europei e della miseria di massa che colpirà i Paesi europei più fragili, come l’Italia.
Di tutto questo si parlerà, a Genova, sabato 15 ottobre, dalle ore 17.00, presso il Circolo dell’Autorità Portuale / Circolo Ricreativo Cap, in un Convegno organizzato dalle Associazioni “Cumpanis” e “Interstampa”. Interverranno Erika Furci, di “Interstampa” Genova, Alessandro Testa, di “Cumpanis” Genova e della segreteria nazionale di “Cumpanis”, Luca Ricaldone, di “Comunisti Milano”, Gianni Favaro, Presidente di “Interstampa”, Fosco Giannini, direttore di “Cumpanis” e Presidente dell’Associazione omonima e Alberto Fazolo, saggista e giornalista.
Sarà un Convegno importante, sia per l’analisi del quadro internazionale e delle sue contraddizioni di guerra che per la costruzione sul campo dell’unità d’azione dei comunisti nella lotta più generale contro la guerra imperialista e contro la Nato.