Coronavirus, il virologo milanese non crede nell’immunità collettiva

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Il professor Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie Infettive dell’ospedale sacco di Milano è scettico sul raggiungimento dell’immunità di gregge

Nel breve periodo, alla luce di questi vaccini e delle nuove varianti covid. Intervenuto al programma Otto e mezzo su La7, il virologo e responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli mostra il suo scetticismo sul concetto di immunità di gregge, alla luce di questi vaccini: “Immunità di gregge con questi vaccini covid? “Probabilmente no. Sono assolutamente d’accordo sulla necessità che il vaccino arrivi a tutti“. In seguito, il professore spiega la correlazione poco efficace tra i vaccini e le varianti: “Problema nel problema: quel che abbiamo ora è un ottimo vaccino per un virus che girava un anno fa in Cina. Il panorama attualmente si è molto variegato e questo rende difficile poter pensare con l’attuale vaccino di raggiungere l’immunità di gregge.

Il lavoro pubblicato sul NEJM del 5 maggio dice che il vaccino Pfizer ha il 97% di efficacia per evitare cimitero, rianimazione e ospedale per qualsiasi variante“. Per Massimo Galli quindi le nuove varianti del virus cozzano con i vaccini, che risultano assai meno efficaci e per questo motivo sarebbe improbabile trovare un’immunità di gregge a settembre, come sperato dal generale Figliuolo, a capo della campagna vaccinale. “Se consideriamo l’infezione con la variante sudafricana la percentuale di efficacia è molto inferiore. Bisogna considerare le varianti e la necessità che in tempi più o meno brevi venga aggiornato quello che stiamo utilizzando ora“.Così spiega nel dettaglio il virologo milanese.

In un’altra intervista, questa volta all’Eco di Bergamo, Massimo Galli ha parlato della campagna vaccinale in atto in Italia, soffermanosi sulle modalità attuate: “È evidente che in Italia è in atto un esperimento diverso da altri Paesi, dove si è optato per una campagna vaccinale di massa quando si era chiusi e si è vista subito una caduta di casi e morti. Noi, invece, abbiamo messo il carro davanti ai buoi, senza avere abbastanza vaccini sul carro“.