Coronavirus, l’odiosa lezioncina di Severgnini ai milanesi

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Milano – Lo ammettiamo: ci siamo volontariamente inflitti la pena di guardare il video di Beppe Severgnini sul sito del Corriere in cui l’autore dice la sua su come Milano sta affrontando l’emergenza coronavirus.
Supponenza e disprezzo per il popolo

Nella rubrica Fotosintesi, titolata oggi “Qui a Milano stiamo esagerando”, il canuto direttore di “7” ci fornisce un piccolo saggio, l’ennesimo, di supponenza e disprezzo per il popolo, naturalmente ignorante e irrazionale in quanto non aderente al suo modello di vita e al suo pensiero di colto e benestante maître à penser. Il titolo del pezzo che introduce il video commento è “Il senso della misura: le iene social? Sono diventati dei coniglietti”.
Reazioni emotive? No, grazie

Ecco dunque già bella che apparecchiata la tavola dei maestrini della dottrina dominante.
Di cosa si parla? Semplicemente della reazione emotiva di massa nel capoluogo lombardo di fronte alla minaccia dell’aggressivo virus influenzale di matrice cinese. Qui come altrove, come ampiamente documentato, si è verificata la corsa all’acquisto di mascherine e disinfettanti per il corpo, come quella a svuotare gli scaffali dei supermercati, specie di alimenti freschi, acqua e carta igienica. Ora, va detto che una tale pulsione accaparratrice non entusiasma nemmeno noi, cui piace l’idea di un popolo composto, consapevole e magari dotato di un certo stile comunitario. Però non si può sentire un Severgnini dire: “Ma se scoppia una guerra cosa fanno questi?”. Questi – capito? – questi. E lui? Sappiamo già cosa farebbe in caso di conflitto: scapperebbe a gambe levate rinnegando la propria patria e chiedendo protezione a qualche nazione straniera. Quanto disprezzo snobistico nelle parole del Beppe, sodale di un altro Beppe, il sindaco di quella città, che – orrore! – scopre non essere composta solo da salotti buoni e spensierati studenti da Erasmus.
Iene, conigli e sciacalli

Nella seconda parte della video-predica, l’autorevole giornalista si scaglia contro le “iene dei social”, quelli cioè che, a titolo d’esempio, si sono permessi, durante una diretta Facebook, di mettere in discussione le parole del premier Conte, l’operato del governo e la sua percezione del problema. Qui il nostro dà il meglio di sé e se la prende addirittura con una tizia che aveva scritto “un apocalisse”, imperdonabilmente senza l’apostrofo. “Errore grave”, commenta accigliato l’accademico cremasco, secondo cui le “iene” sono ora diventate “coniglietti”, chiusi in casa con la propria paura e la propria ignoranza. A parte che questo gioco delle valutazioni sugli utenti dei social ha veramente stancato, giacché si parla in termini lusinghieri del “popolo del web” quando è allineato al pensiero mainstream, anche se vomita abbondante odio spesso in modo sgrammaticato, mentre si fustigano le attività di segno opposto, parimenti soggette a toni eccessivi, magari ugualmente viziate da accenti e apostrofi sbagliati. Ma se ti chiami Beppe Severgnini la verità, come la ragione, sarà sempre una sola: la sua e quelli dei suoi privilegiati amici.

Fabio Pasini