CORONAVIRUS: MOLTA TEORIA E POCA PRATICA DA PARTE DI POSTE ITALIANE

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CORONAVIRUS: MOLTA TEORIA E POCA PRATICA DA PARTE DI POSTE ITALIANE. SI ADOTTINO LE SOLUZIONI LEGISLATIVE VIGENTI PER TUTELARE LAVORATORI E UTENTI

Slc Lombardia ha preso atto che, a seguito dei decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Poste Italiane ha riunito più
volte l’unità di crisi e, dopo approfondita analisi interna, ha definito regole e modalità comportamentali coerenti con il decreto stesso. A stretto
giro di posta, ha pubblicato sul sito aziendale una serie di indicazioni esplicative e articolate.

Purtroppo, constatiamo, a seguito di segnalazioni di molti territori, che Poste Italiane ha prodotto molta teoria centralizzata e poca pratica, e questo nonostante in tutta la Lombardia la situazione si sia aggravata sul piano sanitario.
Restiamo basiti che una grande azienda non sia stata in grado con celerità di porre in essere soluzioni decentrate e concrete per limitare l’esposizione dei propri dipendenti ai rischi covid-19. Pensiamo che i mancati interventi siano da ritenersi elemento di grave negligenza e sottovalutazione del
problema.

Stupisce che non si sia ipotizzato di chiedere all’AGCOM di limitare le aperture verso il pubblico e, di concerto con le autorità competenti, pensare di garantire solo i servizi essenziali. Naturale sarebbe stato ampliare lo smart working e la conciliazione tempi di lavoro con i tempi familiari.

Dal primo giorno di decretazione dello stato emergenziale, abbiamo denunciato che gli uffici postali risultavano sguarniti di prodotti di disinfezione, nonostante il personale risultasse a contatto diretto con la clientela, sia per la natura dei lay-out che per le postazioni lavorative. Senza ombra di dubbio in difetto rispetto alle norme che prevedono distanze minime di sicurezza.
I continui distacchi di personale hanno aumentato la circolazione delle persone, e questo nonostante le nostre richieste di sospensione e le norme stesse invitassero alle limitazioni. Le tanto sponsorizzate riduzione dei turni narrate dal decalogo aziendale non hanno trovato riscontro nell’applicazione quotidiana.

Constatato che sempre più uffici e strutture sono oggetto di contaminazione: chiediamo che le sanificazioni siano agite ai sensi di legge e che
al termine del processo siano corredate da informativa alla Rsu e Rls.
I centri di recapito, parimenti, riscontrano sovra affollamenti nelle ore di punta e le distanze minime, stante gli spazi spesso angusti, rischiano
di non essere coerenti con le disposizioni ministeriali. I Cmp oggetto di richiesta di bonifica e sanificazione restano incredibilmente disattese, così come anche la fornitura dei mezzi di protezione.
In presenza di un elevato numero di lavoratori, peraltro provenienti da molte provincie già a suo tempo contemplate dal primo decreto nelle “zone rosse”, ci saremmo aspettati un intervento più responsabile così come della messa in disponibilità di prodotti per la disinfezione, di mascherine e guanti.
Consapevoli delle enormi difficoltà che ognuno di noi deve affrontare in questo stato di emergenza, riteniamo per senso di responsabilità collettiva, che si adottino immediatamente e pedissequamente le soluzioni legislative vigenti.