Corte di Giustizia Ue: l’Italia deve riconoscere il diritto agli assegni di natalità e maternità ai cittadini stranieri

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Vittoria della Cgil che ha contribuito al raggiungimento di questo risultato

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che la normativa italiana che esclude le cittadine e i cittadini stranieri in possesso del permesso unico lavoro dalla possibilità di fruire dell’assegno di natalità (bonus bebé) e dell’assegno di maternità, non è conforme al diritto dell’Unione Europea.

Questo pronunciamento rappresenta una importante via di uscita da un percorso giudiziario che ha interessato la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale. Alcune cittadine straniere avevano promosso un’azione giudiziaria poiché era stato loro precluso il diritto di accedere ai due assegni citati perché prive del permesso di soggiorno di lungo periodo. Alcune di queste donne sono state supportate dalla CGIL di Brescia e di Bergamo.

Da entrambe le misure sono state escluse le cittadine straniere in possesso del permesso unico lavoro, rilasciato sulla base di quanto previsto dalla normativa con la quale l’Italia ha recepito la direttiva Ue 2011/98.

La Corte di Giustizia ha stabilito che, in base alla parità di trattamento prevista dalla direttiva 2011/98, i cittadini di paesi terzi in possesso del permesso unico lavoro hanno diritto di beneficiare dell’assegno di natalità e di maternità. Pertanto, la Corte ha ritenuto che la normativa italiana che prevede tale esclusione non sia conforme alla direttiva.

La sentenza rappresenta un importante segnale verso il riconoscimento della parità di trattamento tra cittadini per quanto concerne l’accesso alle misure di sicurezza sociale e al welfare in genere, nell’ottica della costruzione di una società più giusta ed equa. È anche il risultato di un lavoro fatto dalla CGIL di Brescia e dalla CGIL di Bergamo – con il fondamentale apporto degli avvocati dello studio legale Guariso-Neri e dell’ASGI -, che si sono attivate nel sostenere e promuovere azioni giudiziarie a tutela di cittadine e cittadini stranieri discriminati dalla normativa nazionale.