COSA ACCADE AI NOSTRI RIFIUTI?

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Accade che “il business dei rifiuti è più remunerativo dello spaccio di droga”.
Accade che Ambiente e Cittadini sono ancora una volta vittime della criminalità organizzata.
Accade da nord a sud.

Milano 7 ottobre, 11 arresti da parte dei Carabinieri forestali coordinati dalla Dda.

E’ stato ricostruito un complesso e collaudato sistema che si occupava di smaltire i rifiuti in modo illecito.

MA CHI C’E’ DIETRO?

“Promotore, organizzatore e finanziatore dell’associazione a
delinquere” sarebbe stato il 35enne pregiudicato reggino
▪️Angelo Romanello, già coinvolto in indagini di ‘ndrangheta.

Secondo l’accusa, anche l’attività di alcuni professionisti che si sarebbero messi al servizio dell’organizzazione:
personaggi insospettabili quanto indispensabili come

▪️una “consulente ambientale” regolarmente iscritta all’Albo, che spiegava come falsificare la documentazione

▪️e dei dipendenti di banca che “forzavano” le procedure interne per evitare che scattassero le segnalazioni antiriciclaggio.

14MILA TONNELLATE SMALTITE:

Enormi quantità di rifiuti prodotti da
impianti industriali,
spazzatura della raccolta indifferenziata dei cittadini,
rifiuti ospedalieri.

1,7 MILIONI DI EURO:

profitto dei traffici di rifiuti contestati
(780mila euro sequestrati grazie alle
indagini finanziarie dei finanzieri del Gico).

Cosa accadeva?

I rifiuti raccolti dall’azienda municipalizzata di Napoli venivano smaltiti stoccandoli in diversi capannoni dismessi in Brianza, nel Comasco e nel Milanese (per esempio a Varedo, Gessate e Cinisello Balsamo) ma anche in provincia di Trento.

Quando questi siti erano pieni (è il sospetto degli investigatori), venivano “ripuliti” da una serie di incendi, come accadde ad esempio nel deposito di via Chiasserini 104 a Milano, parzialmente distrutto da un rogo divampato il 14 ottobre 2018.

I carabinieri forestali hanno registrato da parte dei principali indagati una frenetica ricerca di luoghi dove stoccare i carichi di rifiuti che ufficialmente sarebbero dovuti essere “trattati”.

Quando non riuscivano a farli “sparire” al Nord, venivano
riportati al Sud, finendo in due discariche illegali a cielo
aperto e interrati in una cava nel territorio di Lamezia Terme
(Catanzaro).

Il metodo mafioso annulla le distanze geografiche.
L’unico modo per combatterlo è fare informazione e rimanere uniti.
Grazie alle nostre forze dell’ordine per il loro intenso lavoro.