Covid, Fico-Casellati uniti: “Impegno delle istituzioni per parità delle donne”

0
49
casellati

La presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati concorda, durante la cerimonia per il nuovo allestimento della sala delle Donne a Montecitorio, con il presidente della Camera, Roberto Fico, per il quale dopo tante battaglie per l’uguaglianza, la libertà delle donne non può più essere condizionata neanche da un’emergenza sanitaria come il Coronavirus. L’emergenza Covid ha provocato e vede le donne come una delle categorie più colpite e uno degli imperativi della ripartenza è quello di superare – nel contesto di un nuovo modello di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile – tutte le gravi diseguaglianze che permangono nel nostro Paese, incluse quelle di genere”.

Dopo le foto delle 21 donne costituenti, delle prime 11 donne elette sindache sempre nel 1946, della prima donna Presidente della Camera, Nilde Iotti, della prima ministra, Tina Anselmi, e della prima presidente di Regione, Nenna D’Antonio, da oggi nella sala sono state inserite le foto delle prime due donne elette, rispettivamente, Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, entrambe presenti alla cerimonia.

Per abbattere, ha affermato Fico, “stereotipi e comportamenti figli di una società a volte ancora maschilista” ma per superare le differenze anche dal punto di vista sociale ed economico, serve “l’impegno del Parlamento e di tutte le Istituzioni” e “sono necessarie politiche di portata generale, rivolte alle donne come agli uomini, che consentano di conciliare lavoro e vita familiare, di creare occupazione di qualità e con retribuzioni adeguate, di garantire servizi sociali efficienti e diffusi”. Per Casellati, “il telelavoro non può rischiare di essere un falso amico che ricaccia le donne in casa riportando indietro le lancette di 50 anni”.
Cartabia, che il 13 settembre terminerà il suo mandato da presidente della Consulta, ha ricordato come è stata lunga e lenta la strada dell’emancipazione femminile con la prima donna magistrata solo nel 1965. “Gli ostacoli giuridici – ha affermato – sono stati rimossi ma affermare che ci sia la piena partà non è un risultato che possa dirsi acquisito”. Le istituzioni devono proseguire l’impegno, ha aggiunto la prima presidente della Consulta ringraziando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella perchè “5 delle 6 donne della storia della Corte Costituzionale sono di nomina presidenziale, 1 di nomina parlamentare e nessuna di nomina della magistratura”.