Credo si sia fatto un errore nel vaccinare per prima gli anziani

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Per come vanno le cose in Italia, prima si sarebbero dovuti vaccinare i giovani dai 16 ai 40 anni

I veri untori Covid. Gli anziani stanno in casa e non trasmettono il Covid. I giovani, con una insensatezza che rispecchia i tempi che viviamo e le famiglie che li crescono come figli mentalmente disabili, dovevano essere immediatamente inseriti nel piano vaccinazione, per stoppare l’effetto domino che creano ogni volta che escono di casa, con la loro voglia di vivere sopra le righe , come non ci fosse un domani, privi di ogni freno inibitore

. I veri untori, consapevoli e strafottenti, che hanno infestato l’Italia, spinti anche da qualche imbecille in cerca di applausi e consensi politici. Gli anziani, specie ultrasettantenni, stanno più in casa che fuori, portano sempre la mascherina non si assembrano, perché hanno cura dei pochi anni di vita che restano loro.

Escludendo le case di riposo e il personale sanitario, da vaccinare certamente per prima, a ruota avrei vaccinato gli untori dementi. Forse la pandemia, interrompendo il circolo vizioso “giovane-idiota-giovane-demente bisognevole di divertimento e apericena per vivere e non impazzire”, si sarebbe arrestata.

Oggi continuo a credere che con i soliti imbecilli dentro-fuori governo, che hanno bisogno di mojito in spiaggia e tette sudate sbattute in faccia o sorellastre con gli occhi fuori dalle orbite, depositarie di verità assolute di fascista memoria, la quarta ondata estiva è assicurata, mentre i veri untori sono liberi di continuare a contagiare, nel silenzio assenso delle forze dell’ord.

A Licata i bar sono pieni di disadattati senza mascherina, dentro e fuori, in ogni posto ci sono assembramenti e le uniche multe continuano ad essere quelle per i divieti di sosta. Ma solo nel centro storico. Rilievi, reprimende o multe per non osservanza dei DPCM, credo siano zero dall’inizio. E i casi Covid, quelli saputi, sono 164 su una popolazione di 36.000 abitanti. Un po’ troppo, direi. Licata città “incolore”. In tutti i sensi.

Angelo Rinascente Maragliano