Crisi libica, Di Maio esclude rischio di “sirianizzazione”

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Secondo il capo della Farnesina, alcuni Paesi aumenteranno la propria influenza in Libia, tuttavia la crisi non si evolverà secondo lo scenario siriano.

In un’intervista a La Stampa il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha affrontato il tema del conflitto libico. In primo luogo ha chiesto lo stop delle interferenze esterne e il rilancio del processo dell’Onu.

“In Libia le interferenze esterne devono cessare e bisogna dare impulso al processo delle Nazioni Unite. C’è stata una Conferenza a Berlino dove questi attori hanno preso un impegno, ci aspettiamo che lo rispettino. L’operazione Irini servirà a far rispettare l’embargo sull’ingresso delle armi”.

In merito ad una “sirianizzazione” della Libia con una spartizione tra turchi e russi del Paese nordafricano, Di Maio ha respinto questo scenario, pur riconoscendo che l’influenza di alcuni Stati si rafforzerà.

“E’ un timore di tanti osservatori. Però la Libia non è la Siria. Per ragioni geografiche è necessariamente un nostro interlocutore strategico e noi lo siamo per loro come lo è l’Unione europea. Sicuramente ci sono Paesi che aumenteranno la propria influenza, io però spero e lavoro per la sovranità del popolo libico e per l’unità della Libia”.

Lo scorso fine settimana il premier del governo di Accordo Nazionale situato a Tripoli Fayez al-Sarraj ha incontrato a Roma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I due leader hanno concordato di istituire una commissione che aiuterà a facilitare il ritorno delle imprese italiane nel Paese nordafricano, così come è stata “ribadita la convinzione che la soluzione non può essere affidata al piano militare ma esclusivamente ad un impegno comune per il rilancio del processo politico per la stabilizzazione del Paese”.
La guerra in Libia

Dopo il rovesciamento e l’assassinio del leader libico Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia ha praticamente smesso di funzionare come un singolo stato. Ora nel paese ci sono due governi: il parlamento eletto dal popolo si trova a est e a ovest, nella capitale Tripoli, il Governo di Accordo Nazionale, formato con il sostegno delle Nazioni Unite e dell’Unione europea.

Le autorità della parte orientale del paese operano indipendentemente da Tripoli e cooperano con l’esercito del maresciallo Khalifa Haftar.