critica il Comune sui social e le arrivano a casa i vigili: “Si scusi con una lettera”

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(di Cesare Giuzzi – corriere.it) – Immaginate, magari a fine giornata, di lasciarvi andare a un commento su Facebook un po’ tagliente e non proprio diplomatico verso l’amministrazione comunale. E pensate a quale reazione potreste avere la mattina dopo trovandovi una macchina della polizia locale sotto casa con gli agenti che vi invitano a «scrivere una lettera di scuse al sindaco».

No, non è una via di mezzo tra Matrix e Minority Report. Perché tutto questo succede già, o meglio è successo nelle scorse settimane a Peschiera Borromeo, 23 mila abitanti a ridosso dello scalo di Linate. I fatti sono andati più o meno così. Giovedì sera un’abitante legge un post sulla pagina Facebook del Comune nel quale si parla dei lavori per il rifacimento della segnaletica orizzontale. Tra i commenti c’è chi lamenta all’amministrazione d’aver rifatto le strisce senza prima riasfaltare le vie martoriate dalle buche. A quel punto, un po’ esasperata per la situazione delle strade, un po’ provocatoria, la signora sul divano con il telefonino in mano si lascia andare, a sua volta, ad un commento. Due sole parole, un giudizio piuttosto netto: «Amministrazione ridicola».

Eppure di ridicolo in questa storia non c’è niente, visto che la mattina dopo alle 11 la donna ha ricevuto la visita di un agente della polizia locale che al citofono le ha comunicato che «il comandante ha urgente bisogno di parlare con lei». Ovviamente la donna non poteva sapere l’oggetto della conversazione e come prevedibile ha immaginato di tutto. Un giro di telefonate al comando dei vigili ed ecco finalmente le parole del comandante Claudio Grossi: «Guardi, lei ha fatto un commento su Facebook un po’ pesante. Sarebbe meglio se scrivesse una lettera di scuse alla sindaca…».

La donna resta sorpresa e impietrita, dopo aver chiuso la telefonata e annotato l’indirizzo mail diretto della sindaca di Peschiera, alle 13.33 di venerdì 28 giugno, obbedisce agli ordini del comandante dei vigili e invia alla prima cittadina sei righe di discolpa: «Le chiedo di accettare le mie scuse più sincere per quello che ho scritto e le prometto che non succederà mai più». La mail non riceve risposta, ma il commento viene eliminato dalla pagina Facebook senza che nessuno se ne accorga. Qualche settimana dopo, però, la storia finisce sul sito d’informazione locale «7giorni.info». Giulio Carnevale, nel 2014 candidato di Fratelli d’Italia, ricostruisce i passaggi della vicenda e decide di pubblicare tutto. Il caso torna sui social e si scatena un vespaio. Chi lamenta atteggiamenti da 007 del Comune, chi invoca l’articolo 21 della Costituzione.

A confermare l’episodio il comandante della polizia locale Grossi che ammette l’intervento sostenendo d’aver agito d’iniziativa, come abitudine di fronte a frasi offensive e insulti sui social. Una tesi confermata dalla sindaca Caterina Molinari, eletta in una lista di centrosinistra e con un passato da assessore pd: «Non ho chiesto io di intervenire, ma le direttive sono queste. Il commento era lesivo dell’onorabilità dell’amministrazione, siamo pubblici ufficiali. Avremmo potuto fare una querela, così diamo la possibilità agli autori di correggere il tiro. Gli agenti a casa? A me sembra una cosa normalissima».

Nei mesi scorsi il Comune di Peschiera aveva effettivamente querelato un altro utente social «colpevole» d’aver insultato un vigile. In questo caso, però, assicura l’autrice, niente di offensivo: «Sono rimasta di ghiaccio. Trovarsi la polizia locale sotto casa poche ore dopo un commento social è un’esperienza che mai mi sarei immaginata. Offese? Il Comune mostri lo screenshot, non ho niente da temere. La mia era l’espressione di un dissenso per le strade piene di buche. Le scuse immediate? Non avevo possibilità di scelta…».