Dalla Giornata dei nonni e degli anziani è iniziato un nuovo cammino

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L’iniziativa mondiale voluta da Papa Francesco il 25 luglio scorso, è stata celebrata “in ogni parte del mondo”. Un successo non scontato, spiega Vittorio Scelzo, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, dato che “gli anziani non vanno di moda”. Ora, afferma, c’è bisogno di costruire un’azione capillare, perché gli anziani sono il nostro futuro

Emanuela Campanile e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

L’obiettivo che si era prefissato dal Dicastero dei Laici Famiglia e Vita, era che la giornata dedicata agli anziani e ai nonni, voluta a livello mondiale da Papa Francesco, fosse celebrata in tutto il mondo e che iniziasse una nuova tradizione, un nuovo cammino. “Oggettivamente – spiega nell’intervista VIttorio Scelzo, incaricato per la pastorale degli anziani del Dicastero Laici, Famiglia e Vita – questo obiettivo è stato raggiunto. Il fatto che in tanti si siano messi a celebrare e festeggiare a loro fianco, è davvero un successo per noi. Abbiamo ricevuto centinaia di messaggi, foto, post sui social di persone che dall’Australia al Kenya, dal Brasile agli Stati Uniti e all’argentina fino all’Europa, hanno celebrato questa giornata. Non era scontato perché gli anziani non vanno di moda, gli anziani – aggiunge  – sono spesso scartati, come dice Papa Francesco.

Scelzo, il Papa aveva parlato di angeli custodi che in questa giornata dedicata agli anziani potessero illuminare un po’ della loro solitudine. C’è stata qualche esperienza a riguardo che l’ha colpita o di cui è venuto a conoscenza?

Il Papa ha fatto bene a parlare di angeli custodi che visitano la notte di solitudine di tanti anziani, perché purtroppo ne abbiamo vista troppa di solitudine tra gli anziani, specialmente durante la pandemia. Penso a quello che è successo dentro alle RSA in tutto il mondo. Quando il Papa nell’omelia letta da monsignor Fisichella, ha detto che là dove non si vive insieme si uccide, c’è il rischio di morire, purtroppo ha detto qualcosa che noi abbiamo visto.

A me sono arrivate immagini bellissime dall’India, dei video che ha fatto la conferenza episcopale indiana di ragazzi che bussano alla porta degli anziani e gli portano il messaggio del Pontefice. Oppure il comitato organizzatore della Gmg di Lisbona ha chiesto ai ragazzi portoghesi di andare a visitare gli anziani, e siamo pieni di foto di questi giovani con la maglietta della giornata mondiale della gioventù che incontrano “i nonni”. Allora, è particolarmente significativo questo legame tra le due giornate che sembrano agli antipodi, ma che in realtà sono collegate: quella per la gioventù è quella per gli anziani. Il futuro del mondo è nell’alleanza tra giovani e anziani come dice il Papa.

Infatti, Francesco dice che senza dialogo tra le generazioni la storia non va avanti, non possiamo fare niente. Vita, dialogo e futuro sono quindi estremamente connessi…

Vita, dialogo e futuro sono i temi della Fratelli Tutti, in cui il Papa parla di un tessuto slabbrato, di società frammentate, e questa giornata vuole essere un modo per iniziare a ritessere almeno il legame tra le generazioni: tra anziani e giovani. Poi, quando parla di assenza del dialogo tra nonni e giovani, affermando che la storia si ferma – come ha detto all’Angelus del 25 luglio, ci dice che quello che noi viviamo è immerso nella storia. Questa giornata è una chiamata a fare la storia, cioè a costruire qualcosa di nuovo e questo qualcosa di nuovo è il fatto che in un mondo in cui siamo abituati ad avere paura degli altri, il Papa ci ha invitato ad abbracciarci e a volerci bene. Un piccolo pezzo di una tessitura che fa parte del disegno del Pontefice espresso nella Lettera Enciclica.

Come procedere ora? Come Dicastero avete un percorso, delle idee?

Lo scorso anno, quando abbiamo organizzato il primo congresso di pastorale degli anziani, è stato difficile trovare degli interlocutori nel senso che poche Diocesi poche Conferenze episcopali, poche realtà hanno qualcuno che si occupi stabilmente della pastorale degli anziani. Gli anziani sono un tema del futuro e c’è bisogno di mettersi in cammino, e di far sì che quella di domenica scorsa non sia una immagine episodica.

Che i legami nati durante questa giornata diventino reali. Siamo chiamati ad uno sforzo pastorale, a pensare in maniera nuova la nostra pastorale a partire dalla centralità anche degli anziani. Una delle tante centralità nuove che Papa Francesco ci invita a scoprire, come quella dei popoli dell’Amazzonia, dei poveri. In questo vissuto di sinodalità ci sono tanti protagonisti  – prima solo sullo sfondo – che il Papa ci mette in primo piano. Richiede uno sforzo pastorale, richiede mettere al centro dell’attenzione pastorale quotidiana gli anziani, andare a trovarli, ascoltarli. Per esempio, gli anziani ci possono aiutare a capire che quella che viviamo non è la stata la prima crisi e probabilmente non sarà l’ultima; a dare anche un po’ di senso storico a quello che viviamo; a non essere così spaventati perché loro ne hanno viste anche di peggiori e quindi forse ne usciremo bene.

Questo apre alla necessità di un’azione capillare sul territorio da parte delle Chiese locali….

Come Dicastero per i Laici la Famiglia e la Vita, invitiamo a far nascere uffici e iniziative, perché se non c’è nessuno che se ne occupa è difficile che l’attenzione agli anziani sorga in maniera spontanea. C’è bisogno di costruire, di costruire non cose particolarmente complesse, ma di fare un primo passo. Il fatto che la Giornata mondiale degli Anziani e dei Nonni sarà celebrata ogni anno può essere un segnale: si tratta di prospettive a lungo termine.