Danilo Toninelli: “Se uno stato si dimentica dei poveri non è uno stato democratico”

0
5

Viviamo nell’era dell’intrattenimento politico dove da una parte c’è chi dice una cosa priva di fondamento, dall’altra c’è chi la contraddice senza giustificazione, in mezzo c’è il giornalista che non fa da arbitro. È tutto un circuito di parole che non ha fondamento e che confonde la gente abbassando il livello della nostra democrazia”.

Alta velocità, reddito cittadinanza e dati Istat, a parlare di tutto questo è stato Danilo Toninelli, ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, programma d’informazione condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani.

“Quando venne approvato il reddito di cittadinanza nel Consiglio dei Ministri fu una gioia indescrivibile, mi ricordo che uscimmo sul balcone e ci fu una grande polemica per quel gesto. Penso però che resti uno degli atti politici più altruistici e generosi fatti nei confronti della cittadinanza, può piacere o non piacere ma se uno stato si dimentica dei poveri non è uno stato democratico”.

‘Abbiamo abolito la povertà’ diceva Di Maio, riguardo proprio a quella frase Toninelli ha voluto chiarire: “È stata utilizzata come arma perché alla fine, quando la politica è fatta solo di parole, le armi che si utilizzano l’uno contro l’altro sono sempre le parole. Del fatto che sia stata corretta o non corretta come dichiarazione mi interessa poco, mi interessa il fatto che una forza politica che in campagna elettorale prometteva di fare una cosa, vince le elezioni, va al governo e la fa”, ha voluto sottolineare.

“Iniziamo a valutare i politici sulla base delle azioni concrete, non sulla base di come si mettono di fronte a una telecamera e come recitano la propria parte. Se ricordiamo il primo anno del Covid, dati Istat e INPS, il reddito di cittadinanza ha permesso a un milione di cittadini italiani di uscire dalla povertà assoluta. Mi pare che questo sia un fatto più che un’opinione”.