Decreto Rave Party. Un anno dopo azzerati i numeri di feste illegali, feriti, arrestati o denunciati

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Ricordiamo tutti il primo, contestato, decreto legge promosso dal Governo. Il famoso decreto anti-rave. Il primo, dei tanti, che sarebbe stato criticato, osteggiato, dileggiato, condannato dalla sinistra

È stata la prima delle tante azioni non compresa, o meglio, che volutamente non si è voluta interpretare per ciò che era davvero, ovvero una modifica al Codice penale per tutelare la , prima di tutto, proprio dei ragazzi che erano solito organizzare e partecipare ai rave. Con conseguenze, troppo spesso, disastrose (vedi, solo per fare qualche esempio, i feriti, i morti, i giovani in overdose che seguivano a quegli eventi clandestini).

Con lungimiranza, il ha voluto tutelare sin dall’inizio i giovani. Con buona pace di chi ancora vuole far credere che le nuove generazioni non vengono prese in considerazione nelle scelte di questo esecutivo.

Ebbene, dopo dodici mesi da quella prima controversa decisione, i risultati sono arrivati. A riprova del fatto che quanto previsto dalla maggioranza era tutt’altro che una mossa securitaria.

Rispetto agli anni precedenti, in cui rave illegali inondavano l’Italia divenendo anche occasioni d’oro per far circolare sostanze stupefacenti et similia, grazie al Decreto- legge n. 162 del 2022 tutto ciò non c’è stato. Non ci sono stati party organizzati alla bene e meglio, non ci sono stati ragazzi riuniti per sballarsi, non ci sono stati festini che hanno occupato la proprietà altrui.
E, di conseguenza, non ci sono stati effetti collaterali che invece, prima del decreto, c’erano stati eccome.

Dunque, nessun rave illegale da ottobre 2022 fino ad oggi. Un bel risultato, se si considera che invece tra ottobre 2021 e ottobre 2022 di questi party se ne erano svolti ben 66 in totale: 10 con oltre mille partecipanti; 23 con un numero imprecisato che va dai cento ai mille; 33 con qualcuno in meno. Tutte occasioni che avevano anche registrato 15 feriti, tra gli appartenenti delle forze dell’ordine e della polizia e tra i giovani.

Numeri che non si sono ripresentate nel 2023. Allo stesso modo, è arrivata a zero la percentuale di persone denunciate o arrestate. Non ci sono stati poi casi di intossicazione per abuso di sostanze stupefacenti o di overdose conseguenti ai party clandestini, che invece nell’anno precedente avevano coinvolti oltre 10 ragazzi.

‘Questo decreto non serve a nulla’. Diceva qualcuno. Mesi dopo, pare che invece sia servito a molto.

È servito a non far scorrazzare i giovani nell’illegalità. È servito a restringere di molto le occasioni in cui era più facile prendere una cattiva strada. È servito a non alimentare una visione di una società in cui l’unico modo per divertirsi è farlo in maniera illecita e sballandosi, fino a stare male. O peggio. È servito a far comprendere come la risposta più facile, non è sempre quella più giusta. È servito a dare alle giovani generazioni una nuova via per costruire il proprio futuro. È servito a far capire che non bisogna ricorrere a metodi estremi per divertirsi e condividere il tempo con i propri amici. È servito a dare all’Italia una generazione più consapevole dei rischi derivanti da certi atteggiamenti imprudenti.

Perché oggi esiste ancora una generazione che non si batte solo per la liberalizzazione della cannabis o che crede che la libertà significhi poter assumere qualsiasi tipo di sostanza. Oggi esistono giovani che vogliono costruire il proprio futuro con le proprie mani, che credono nel divertimento senza sballo.

Ed è proprio grazie a questa generazione che si potrà regalare alla Nazione un futuro di libertà: di scegliere di non sballarsi e di rimanere lucidi, con il sorriso sul volto, gli occhi grandi e le gambe in spalla. È questa la generazione che il Governo vede e sostiene, per la quale ha voluto agire affinché i giovani uomini e le giovani donne non perdano la strada maestra, ma vengano accompagnati nel loro percorso di crescita. Un percorso che di certo non prevede rave party.

fonte: lavocedelpatriota.it