Democrazia diretta e digitale

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Hanno sollevato un vespaio di polemiche le dichiarazioni di Beppe Grillo sui limiti della democrazia rappresentativa.

Io credo invece che una franca discussione sia ben accetta, soprattutto con l’obiettivo di rafforzare la partecipazione.

È dagli anni ’70, infatti, che la partecipazione popolare cala inesorabilmente: prima, il 90% degli aventi diritto andava a votare, oggi, nelle cosiddette democrazie mature, ci assestiamo intorno al 50%.

Un problema dunque c’è e non è colpa di Grillo, anzi, proprio una straordinaria esperienza come il M5S nasce per sanare questa frattura fra elettori ed eletti.

Riprendere a far partecipare i cittadini non è una utopia, ma un segno di maturità da parte di chi registra realisticamente che la democrazia rappresentativa è in fase di stanca e serve cambiare la logica della rappresentatività per salvare la democrazia, che è quello che interessa a tutti, immagino.

Di fronte a chi ipotizza nuovi scenari, molti trasecolano. La sensazione è che non si capisca questa futuribile democrazia diretta cosa sia.

In realtà, è tutto più semplice di come sembra. Formule di democrazia diretta già esistono oggi nelle nostre istituzioni. Si tratta di rafforzarle o, banalmente, utilizzarle.

Non solo i referendum costituzionali che tutti conosciamo (quelli abrogativi o confermativi, come l’ultimo appena svolto).

Il Testo Unico degli Enti Locali (l. 267/2000) prevede addirittura referendum propositivi: lo sapevate?

Il tema è che nessuno li organizza, mentre proprio questo istituto, mobilitando gli elettori, potrebbe curare la scarsa partecipazione.

Insomma, non c’è nulla da inventare.

A tal proposito, la passione del M5S per il digitale non è peregrina. In molti Paesi, esiste il voto elettronico. Con un simile sistema, si abbatterebbero i costi per le consultazioni pubbliche, che potrebbero organizzarsi in modo più semplice e pratico, in modo da rendere questi referendum propositivi praticabili e non solo sulla carta.

Si tratta di promuoverli con buon senso, senza derive da consultazione permanente, da doxocrazia: ma ogni volta la questione abbia una certa rilevanza, bisogna dare voce ai cittadini.

Insomma, le idee di Grillo in merito – che rappresentano sicuramente la visione del M5S in merito alla necessità di rafforzare la partecipazione dei cittadini -, non sono fantasie, ma ragionamenti pratici e processi che già oggi esistono e che dovremmo solo sistematizzare per renderli operativi.