DI MAIO: ‘COORDINAMENTO UNICO PER CANDIDATI COMUNALI 2021’

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CODACONS: CONTESTARE L’OPERATO DELLA GIUNTA È SACROSANTO, DI QUANTI ANNI HA BISOGNO VIRGINIA RAGGI PER RISOLVERE I PROBLEMI DELLA CAPITALE?

BUCHE, STRADE SPORCHE, RIFIUTI: DALLA SUA CANDIDATURA NESSUNA IDEA DI RILANCIO PER ROMA. PER QUANTO SI PUÒ CONTINUARE A DARE LA COLPA ALLE AMMINISTRAZIONI PRECEDENTI?

LA CITTÀ ETERNA TOTALMENTE IMPREPARATA DI FRONTE ALLA CRISI DI TURISMO E RISTORAZIONE. MANCA UNA VISIONE DI LUNGO PERIODO DELLA CITTÀ

Mentre Di Maio insiste nella difesa a oltranza della Raggi e arriva a dire addirittura che “è sbagliato attaccarla”, il Codacons ironizza sulla candidatura di Virginia Raggi, alla luce dei tanti problemi ancora sul tavolo della Capitale: i trasporti pubblici ormai allo sfascio, le strade sporche, le eterne buche, i rifiuti. Senza parlare dello stato di degrado di giardini e parchi pubblici, della fuga delle grandi aziende, dei continui contrasti emersi nella giunta e – soprattutto – dell’assenza totale di soluzioni per contrastare la grave crisi economica e sociale provocata dall’epidemia in corso.
A Roma, lato Raggi, sembra non esserci nessuna idea di rilancio: ci si contenta di gestire – piuttosto male – l’esistente, sbandierando ai quattro venti quei pochi interventi – una strada qui, una buca lì – svolti nel corso del tempo, e insistendo nella solita abitudine di scaricare le colpe dell’amministrazione su quelle precedenti. Ma se neanche dopo un mandato è possibile identificare le responsabilità della giunta, mentre sui predecessori si sparava a zero a ogni problema, la domanda appare lecita: di quanto tempo ha bisogno Virginia Raggi per risolvere i problemi della Capitale? Lo dica esplicitamente ai romani: 4, 40, 400 anni? Così almeno i cittadini saprebbero, e potrebbero mettersi l’anima in pace fino alla scadenza indicata.
Ciò che più spaventa, in una città che vede crollare il suo appeal e che nelle classifiche sulla qualità della vita si piazza ormai in posizioni assai poco onorevoli, è l’assenza totale di una visione e di un progetto complessivo. Ci si chiede: cosa dovrebbe “fare”, Roma? Come dovrebbe reagire alla crisi turistica scatenata dal Covid19, che ha messo in ginocchio uno dei pochi settori produttivi della città? In che modo potrebbe immaginare un futuro diverso e migliore?
Non è un caso, allora, se la popolarità della Raggi – checché ne dicano fan e sostenitori, evidentemente obnubilati dalla fede politica e dallo scontro tra tifoseria – è andata rapidamente calando tra i romani. Tra autobus in fiamme, cantieri fermi e girandole di assessori, e a giudicare dai quattro anni di amministrazione che abbiamo sotto gli occhi, ci sarebbe bisogno di tutto tranne che di continuità.