Un bambino prepotente che quando perde batte i pugni e accusa il maestro di fare preferenze (voce del verbo “rosicare”). Che le sirene della demagogia non attecchiscono dove c’è presenza fisica, empatia e complessità di ragionamento.
Dieci giorni fa con un freddo bagno in mare seguito da una mangiata in “famiglia” dicevamo a noi stessi che una rivolta può essere divertente e innovativa ma allo stesso tempo dichiaravamo al mondo che per le sardine si stava aprendo una nuova fase.
E così è stato: invece che brindare ad una vittoria che in tanti hanno descritto come “nostra”, a due giorni dalle elezioni ci siamo chiusi nell’ennesima riunione operativa che sai quando inizia ma non sai quando finisce. Obiettivo? Trasformare un fenomeno di risveglio sociale genuino ma incontrollato in una realtà organizzata e duratura nel tempo, capace di radicarsi sul territorio e di esprimere competenze. Di fare da argine alla demagogia. Al momento abbiamo il motore di una Ferrari montato su una 500 (che comunque è meglio del contrario) e da qui fino a Napoli dobbiamo costruire una casa in cui chiunque crede nei valori delle sardine possa sentirsi accolto.
La prima novità di questo processo di “nazionalizzazione” è stata la lettera al Presidente del Consiglio, scritta a tante mani, frutto di un lungo confronto che ha permesso alle diverse sensibilità di esprimersi e trovare spazio. Parallelamente stiamo lavorando sui rapporti con i gruppi locali, programmando riunioni regionali e studiando il metodo più efficace per restituire in quel di Napoli la migliore rappresentanza territoriale possibile. La stessa cosa sta avvenendo sui social e sul web, con una squadra nazionale di gladiatori virtuali che giorno e notte lavora per collegare e coordinare tutti i gruppi e le pagine che hanno deciso di rispettare le linee guida basate sulla creatività, la non-violenza, il rispetto e il confronto costruttivo.
Nel frattempo la voce delle sardine in tutta Italia continua a farsi sentire. A Palermo e a Lecce, dove si prepara la degna accoglienza per chi fino a ieri usava i “terroni” per prendere voti in Padania; a Napoli e in Irpinia, dove i lavoratori della Whirlpool e della Novolegno aspettano ancora risposte; a Roma, Terni, Torino Genova, Urbino e in tutte le altre città dove si programmano iniziative e incontri di formazione.
Ci siamo sempre detti che la fase più difficile sarebbe stata questa. Ce lo siamo detti a Roma e ce lo siamo ripetuti anche quando le cose andavano a gonfie vele. Allargare la famiglia richiede allegria e passione. Consolidarla e renderla forte richiede fiducia, pazienza, confronto e lavoro quotidiano. Le recenti scosse ci hanno aiutato a consolidare le radici. La linfa è viva e l’albero diventa adulto.
Animo sardine, che la strada è lunga ma siamo in buona compagnia.
Portiamo bellezza e novità che ce n’è un tremendo bisogno.
#6000sardine

