DIO CI SALVI DA MARIO DRAGHI PREMIER

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Tanto vale farlo santo subito. Mario Draghi, l’uomo della provvidenza, quello che ha salvato l’euro e le cui parole sono Vangelo – sempre sia lodato dal sacro testo Financial Times – è il sogno a occhi aperti di veri e presunti poteri forti, dei giornaloni e di una destra disposta pure a rinnegare se stessa pur di tornare al governo. Volete mettere la sua autorevolezza a confronto con quella di Giuseppi? Draghi si dà del tu con i potenti della terra, come il nostro premier, ma se parla Mario tutti ci vogliono più bene. Chissà perché. Dunque facciamo una crisi in piena emergenza Coronavirus, nominiamolo senatore a vita così che non sia da meno dell’altro salvatore della Patria, Mario Monti, e poi affidiamogli Palazzo Chigi. Qui al primo consiglio dei ministri, con dentro da Salvini a Renzi e alla Meloni come atto iniziale ci guarirà dal Coronavirus, e a seguire ci darà più soldi per tutti, più lavoro per tutti, più fidanzate per tutti… ah, no, questo era nel programma di Berlusconi.

Torniamo seri allora e osserviamo con la giusta desolazione quanto sia povero l’attuale Centrodestra e rassegnato l’establishment economico e finanziario, il primo perché non ha altro fine che terminare la traversata del deserto come opposizione a cui l’ha condannato il Capitano nei giorni alcolici del Papeete, gli altri perché quando si è deboli la strada più facile è affidarsi agli uomini forti. E l’ex presidente italiano della Banca centrale europea forte lo è senz’altro. Seppure in ritardo rispetto agli americani, alla guida dell’istituzione di Francoforte riuscì a imporsi ai falchi del rigore monetario, espressione degli stessi Paesi che ancora ieri hanno alzato le barricate contro l’utilizzo di strumenti finanziari comuni, come i Covid-bond proposti dall’Italia, per affrontare i costi economici della pandemia.                   GAETANO PEDULLÀ