Dopo il boom in Italia, la pasta torna a guardare al mondo

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La pasta italiana resiste e rilancia. E le esportazioni fanno da felice contraltare al boom della domanda interna (fino a +40% tra marzo e aprile). Lo certificano i dati ISTAT relativi al primo trimestre dell‟anno, quindi ancora in pieno lockdown: una crescita superiore al 20% dopo un 2019 già da record con 2,6 miliardi di euro. A marzo, in particolare, le vendite all‟estero hanno fatto registrare un balzo di ben il 21% con 97 mila tonnellate esportate in più, 72 mila delle quali sui mercati UE.

Buone notizie arrivano anche dalla produzione nazionale di grano duro, che torna a crescere in particolare grazie al successo dei contratti di filiera. A fronte di undi un aumento delle superfici del 5%, le stime indicano un analogo incremento produttivo a parità di rese, rispetto allo scorso anno, da 3,8 a 4 milioni di tonnellate. Anche se il grano nazionale resta lontano dal coprire il fabbisogno dell‟industria (siamo al 40% circa), questi sviluppi aprono sempre maggiori spazi ai produttori che hanno deciso di puntare sul territorio, la filiera corta e il saper fare dei coltivatori locali.

Il territorio è vincente
“Siamo una start-up nata due anni fa per proporre in modo innovativo prodotti del territorio – spiega ad esempio Massimo Girelli, Direttore Commerciale di Pastificio Mozzo – ed esprimiamo l‟innovatività in diverse linee. Ad esempio con la filiera „cortissima‟ de La Nostrana, con pasta di semola di grano duro solo di origine veneta. La Monograno è prodotta con semola monovarietale „Massimo Meridio‟ italiana e vanta un valore proteine del 13,50%. Infine, la pasta Iperproteica con un valore in proteine isolate di soia di 42 grammi per 100 grammi di prodotto, praticamente come mangiare una bistecca, ma con proteine vegetali”.
Sulla stessa linea Marida Milo, Direttore Commerciale di Gruppo Milo che produce pasta fresca biologica: “Le difficoltà di spostamento hanno limitato i nostri contatti con gli acquirenti esteri, ma stiamo riprendendo le fila molto rapidamente. In particolare, continua a premiare la nostra filosofia di puntare su paste premium con solo grano di filiera 100% pugliese, riconoscendo un equo compenso agli agricoltori. Un 35% del prodotto va infatti all‟estero, in particolare Nord America, Estremo Oriente e Australia. Un progetto di filiera corta con Coldiretti sostenibile anche dal punto di vista sociale oltre che ambientale”.

“Viviamo e produciamo in Italia – dichiara Dalla Costa, specializzata nella produzione di pasta secca – e questo è un valore aggiunto per lo sviluppo commerciale a livello internazionale e ci favorisce in termini di attenzione ed ascolto.
Inoltre, siamo sempre attenti all‟evoluzione dei mercati e alle risposte della concorrenza. Nel nostro specifico caso, questo argomento è stato sviluppato sin dall‟inizio, e di conseguenza i nostri prodotti sono nella stragrande maggioranza Vegan, senza dimenticare però le linee biologiche e la nuova linea senza glutine. I nostri prodotti rispettano i principi dell‟alimentazione Vegana e della dieta Mediterranea e stiamo dedicando molte energie allo studio e test di packaging eco- sostenibili”.

Tra nuovi canali e innovazione
Da 130 anni Divella è un portabandiera del Made in Italy agroalimentare, al punto che Poste Italiane le ha dedicato un francobollo: anche in questa delicata fase, come spiegano dall‟azienda, la tradizione si coniuga con innovazione: “…tradizione nella selezione di materie prime sicure e di qualità, e tecnologia sostenibile, dalle ridotte emissioni di CO2 alle confezioni 100% riciclabili. L‟obiettivo di fronte all‟emergenza Covid è stato garantire la sicurezza dei dipendenti e la continuità della produzione, che non ha avvertito la crisi. Nel post-Covid puntiamo sulla ripresa del Food Service, con prodotti specifici. Vogliamo consolidare anche l‟estero dove, con più di 130 Paesi, registriamo una crescita di oltre il 20%, soprattutto nel retail ed e-commerce”.

“Come la maggior parte delle aziende Food non ci siamo mai fermati – concorda Riccardo Felicetti, Amministratore Delegato dell’omonimo pastificio – e, anche se il fermo del fuoricasa si è fatto sentire, abbiamo compensato sviluppando nuovi canali, ad esempio i negozi di prossimità. Adesso stiamo assistendo a una ripresa a macchia di leopardo, ma possiamo contare su prodotti molto richiesti come biologico, integrale, paste di farro o kamut. Quanto all‟estero, l‟emergenza non ha intaccato il brand Italia e abbiamo ricevuto molti attestati di stima e vicinanza, oltre alle richieste di prodotto”.