Dopo Natale “salta” Pasqua In “rosso” anche gli incassi

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Pasqua di rassegnazione. ristoratori e gli albergatori non sembrano vedere la luce in fondo a quel tunnel che è la pandemia. Da un anno ormai l’emergenza sanitaria ha toccato ogni cosa, così si arriva a un secondo periodo pasquale che vedrà stringere i denti diversi addetti del settore. «Nelle ultime due settimane il nostro volume d’affari è calato del 70% rispetto al solito – ha raccontato Nicola Coppola dell’Unione ristoratori Taranto – si lavora poco anche il sabato. Le nuove restrizioni potranno solo peggiorare la situazione, chi potrà chiamare nei giorni festivi? La gente farà la spesa e si chiuderà in casa, quei giorni saranno completamente persi. Siamo morti, aspettiamo solo i ristori che saranno bassi, non basteranno neanche a pagare le bollette e l’affitto Solitamente lavoriamo tanto durante la Settimana Santa, mattina e sera, erano cinque giorni in cui con gli incassi potevamo stare bene per un mese. Siamo scoraggiati, qualsiasi cosa ci fanno non ci provoca più dolore, ci hanno già pugnalato. Speriamo che lo Stato riconosca il grande danno subito e che ci dia delle vere agevolazioni, anche fiscali, per farci risollevare. Aspettiamo l’estate dovremo lavorare tanto per recuperare almeno una parte di ciò che è stato perso, ma devono darci una mano. Chiederemo un protocollo d’intesa con le forze dell’ordine e al Comune spazio esterni per la bella stagione» livello nazionale la Pasqua perduta a causa del Covid costerebbe alle strutture ricettive ufficiali 11,3 milioni di presenze, con una perdita di fatturato di 1,4 miliardi. Sono le stime di Cst per Assoturismo Confesercenti. Secondo il Codacons l’emergenza Covid azzererà in Italia 21 milioni di partenze e spostamenti tra Pasqua e ponti del 25 aprile e 1 maggio, con un danno per l’intero comparto stimato in complessivi 8,2 miliardi di euro. «La situazione è surreale ha dichiarato Angelo Locapo dell’associazione culturale B& Taranto Terra di Sparta, che conta circa 50 strutture non abbiamo più parole. Non riusciamo a vedere futuro. Per i bed and breakfast bastano piccole situazioni per sopravvivere, al momento si va avanti solo con chi si sposta per lavoro. situazione difficile riguarda tutti, attendiamo i vaccini per tornare alla normalità. Per il futuro sappiamo che Taranto sarà al centro del turismo pugliese e ci saranno tante opportunità. Noi ci siamo». Inevitabile pensare al flusso di gente che percorreva le strade La Settimana Santa per noi rappresentava l’inizio della stagione – ha specificato Stella Falco, titolare dell’hotel Akropolis e dell’hotel S.Andrea degli Armeni, che fa parte del consiglio direttivo di Federalberghi Confcommercio – ora invece molte strutture sono chiuse e negli hotel aperti solo una o due camere sono occupate. La situazione è drammatica, non sappiamo che cosa accadrà. Anche chi si sposta per lavoro ormai evita. Sono vuote le grandi città, è vuota anche Taranto. distanza di un anno non vedo grossi sviluppi, credo sia tutto legato alla vaccinazione, senza siamo bloccati. Non si riesce a programmare, si vive nell’incertezza speriamo di riprendere nella stagione estiva». Tra restrizioni e decreti sembra sempre più difficile una via d’uscita «Gli alberghi sono chiusi, ristoranti fermi e se pensiamo che tra pochi giorni è Pasqua, realizziamo che la situazione è davvero al collasso – ha sottolineato Giampiero Laterza, componente del direttivo di CasaImpresa Taranto e imprenditore – .Il turismo religioso, alimentato a Taranto soprattutto dai riti della Settimana Santa, ha sempre rappresentato per il settore l’occasione per ricominciare a lavorare, dopo un inverno trascorso sottotono, per raccogliere i frutti di una, sebbene relativa, destagionalizzazione del turismo in un contesto in cui la fa da padrona quello balneare. È generalmente il momento dell’anno in cui è possibile ricominciare a fare cassa, quantomeno per coprire le spese che, anche nei mesi di attività ridotta, non si fermano. Il timore è che, nel momento in cui si potrà riaprire, saranno molte, troppe, le realtà che non avranno più la forza economica per farlo. Soprattutto quando nel Decreto Sostegni vediamo solo interventi che mortificano le nostre aspettative