Draghi contro tutti: non si fida Letta e Salvini, e con Conte è gelo totale

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Ormai per definire Mario Draghi, seppur ironicamente, si arriva perfino a scomodare il sommo ragionier Fantozzi

“Signor Presidente, signor presidente Draghi, sono ore che sente ‘Grazie, evviva, evviva Draghi! Ha ricordato molto il fantozziano: ‘Lei è un bel direttore, un santo, un apostolo!’”.

Il riferimento del senatore Fazzolari di Fdi era all’ossequio del ragioniere Ugo Fantozzi al Cavaliere Conte Diego Catellani nei film con Paolo Villaggio. Catellani è il grande capo che regala scatti di anzianità agli impiegati. Purché lo facciano vincere a biliardo. Altrimenti finiscono impietosamente nel mirino. E nel “mirino” Mario Draghi ne ha messi tre: Matteo Salvini, Enrico Letta e Giuseppe Conte. Dei tre si fida ma non troppo. Tra poco più di un mese, ad inizio agosto, comincia il semestre bianco (che a palazzo Chigi non vogliono diventi un “tana libera tutti”) e tra quattro mesi si terranno le elezioni comunali.

I più stretti consiglieri del presidente sono al lavoro, scrutando il calendario per cercare di capire come arrivare indenni almeno fino all’elezione del nuovo presidente della Repubblica che, se tutto andrà come previsto, vedrà Mario Draghi oltrepassare il soglio del Quirinale. Sanno benissimo però che con l’autunno la musica per l’ex numero uno Bce potrebbe cambiare: i partiti saranno impegnati a leccarsi le ferite per i risultati delle comunali, inizieranno le grandi manovre per il colle e l’Italia potrebbe trovarsi a fronteggiare la terribile variante Delta. Così super Mario sta accelerando a più non posso sulle riforme che servono ad ottenere i fondi europei: vuole mettere subito in sicurezza il paese perché come diceva Lorenzo il Magnifico “del doman non v’è certezza”.

Ecco perché, si sussurra ai piani alti di palazzo Chigi, Salvini, Letta e Conte sono gli “osservati speciali”: “Il timore è che subito dopo l’estate comincino con il gioco degli smarcamenti e delle bandierine mettendo a repentaglio quanto di buono fatto finora dal governo” il refrain. L’attacco del PD ai consiglieri “liberisti” della presidenza del Consiglio è stato letto proprio in questo modo, come un primo avvertimento. Poi c’è Salvini che ricomincerà a fibrillare con l’avvicinarsi della campagna elettorale per le comunali temendo il sorpasso della Meloni.

Infine Giuseppe Conte: tra lui e il premier il gelo è assoluto. Non si capisce quale visione politica abbia, quale sia il “pensiero” politico del leader in pectore dei 5Stelle: tutto è vago e ondivago. “Almeno Grillo una sua visione delle cose ce l’ha” chiosano ora dal Palazzo. Insomma, dalle parti del Presidente hanno tante buone ragioni per non smettere di tenerli d’occhio.

Marco Antonellis