È ormai evidente dai numeri come in Liguria la sanità vacilli sempre di più

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La nostra regione, infatti, in dieci anni ha perso circa 6.420 unità di personale sanitario, passando da 21.468 a 15.048, ovvero riducendosi del 30% ove la media nazionale è pari al 6% della perdita

E, se già prima della pandemia si avevano non pochi problemi, con l’arrivo del covid è diventato praticamente impossibile accedere ad ogni esame di diagnostica, in quanto le attese prevedono tempi lunghissimi.
Mentre il personale medico e infermieristico subisce tagli, il sistema di governance della sanità ligure aumenta le proprie posizioni con, evitabili, ingenti costi. Ecco infatti che alle 5 ASL, all’ospedale policlinico San Martino, al Galliera e al Gaslini, la Regione aggiunge anche ALiSa e la struttura di missione con a capo il dr. Profiti.
Ma, a fronte delle gravi carenze che portano ad avere ritardi nelle prestazioni di prevenzione e di cura, cosa decide di fare il nostro assessore alla Sanità, al Bilancio, nonché presidente della Regione? Non sta lavorando ad alcun piano di ampio respiro che metta a disposizione risorse economiche né sta pensando ad un piano di potenziamento della sanità territoriale.
Bensì Toti sta solamente (s)vendendo ai privati le prestazioni sanitarie pubbliche; prestazioni rese dalla sua (dis)organizzazione in grave ritardo, mentre i privati si fregano le mani per i profitti assicurati.
Per questo motivo ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere quali siano e quanto costino ai contribuenti liguri le oltre 6.000 prestazioni che Regione Liguria affida ai privati. E con ciò sarebbe opportuno sapere anche come Toti intenda gestire la molteplicità delle proprie cariche in modo da risolvere l’inaccettabile e grave situazione in cui versa la sanità ligure.
Perché al di là delle passerelle, dei selfie e della propaganda, la Regione per mano delle persone elette dovrebbe praticare diritti e garantire un servizio sanitario pubblico degno di questo nome. E per far questo occorre mettere in campo risorse economiche e personale medico, infermieristico, tecnico, percorsi di formazione del personale sanitario al fine di non vedere mai più liste chiuse per carenza di organico e pazienti che vedono peggiorare il loro stato di salute a causa di lunghe attese.