Ecco come è andato il primo “congresso” nazionale delle Sardine

0
102

I delegati per la prima grande plenaria nazionale delle Sardine arrivano alla spicciolata, trascinano trolley, indossano occhiaie profonde e si guardano sorpresi quando trovano ad attenderli un nutrito drappello di giornalisti.

Pensavano di riuscire a tener segreta la location scelta, si sbagliavano. Ormai sono sulla bocca di tutti, difficile sfuggire ai segugi dei grandi network. Hanno scelto lo Spin Time Lab per questa prima riunione, stabile occupato da 450 famiglie nel cuore di Roma a due passi da Santa Croce in Gerusalemme, qualche centinaio di metri da quella Piazza San Giovanni che ieri hanno riempito a dismisura.

Otto ore di incontro serrato per conoscersi, mettere a punto una strategia e provare a darsi un’organizzazione. Com’è andata lo abbiamo chiesto a Grazia Desario, delegata di questa prima Plenaria che ringraziamo per la disponibilità.

Come ci si sente dopo aver riempito Piazza San Giovanni?

“Ho sentito un aria di liberazione dal buco nero in cui i populisti e i sovranisti stavano spingendo l’Italia. Ho sentito un bisogno dello stare insieme e di parlare, dialogare, confrontarsi. Anche nella loro variegata appartenenza, erano accomunati da un un ideale di pace e fratellanza uniti nelle due canzoni simbolo: Bella ciao e l’inno di Mameli”

Cosa ti è rimasto dentro della manifestazione di ieri?

“Essendo co-amministratrice Dell’Arcipelago delle sardine che conta oltre 190 mila iscritti, sapevo che la piazza San Giovanni sarebbe stata piena. Ma essersi immersa in questo popolo mi ha fatto mancare il respiro.
Mi sono sentita gravata da un impegno che continuerà nei prossimi mesi per difendere e diffondere un senso di risveglio dall’apatia che ha colpito il popolo della sinistra. Il lavoro, la salute, l’istruzione, l’ambiente e la lotta ad ogni forma di emarginazione saranno le nostre parole d’ordine, con la fermezza, la leggerezza e la gentilezza che ha contraddistinto finora questo movimento”

In quanti avete partecipato alla Plenaria?

“In assemblea eravamo circa 150 e abbiamo partecipato tutti con lo stesso spirito, quello di continuare ad essere la voce della democrazia, la voce di quelle fasce deboli che la politica ha dimenticato”

Come avete deciso di strutturarvi?

“Non ci siamo strutturati, non esiste un capo, e la linea comune che porteremo avanti è quella di arginare le destre. Per ora siamo concentrati sulle regionali in Emilia Romagna e tutti noi dobbiamo sostenere gli amici bolognesi e non lasciarli soli”

Quali sono i vostri interlocutori? nella politica e tra le forze sociali?

Siamo altamente democratici ed il confronto non può che essere la forma più nobile del dialogo ed è chiaro che è rivolto a chi è più vicino ai messaggi che stiamo portando nelle piazze. Diritti umani, equità sociale, integrazione, lavoro, ambiente.

Prossimi appuntamenti?

Ci aspetta una sfida importante e per ora l’obiettivo principale è quello che in Emilia Romagna vinca Bonaccini. È l’unico appuntamento su cui concentreremo tutte le nostre energie.

Solo qualche mese fa lo Spin Lab era stato l’ennesimo palcoscenico della deriva autoritaria dell’ex ministro Salvini che aveva provato in tutti i modi a chiuderne l’esperienza e a sgomberare tutte quelle famiglie. Poi c’era stata la solidarietà e l’impegno del vasto fronte della solidarietà, dalla Cgil all’elemosiniere del Papa che aveva riallacciato personalmente la corrente elettrica scatenando l’ira della destra romana. Oggi proprio qui hanno deciso di incontrarsi le Sardine d’Italia, paradigma rovesciato e un pezzo di strada già percorsa insieme.